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Sulla nave di Tosca tra voci e ritmi del mondo, dall'Argentina a Napoli - Al Teatro Romano si canta e si balla sulle note di "Torna mio amor"
 

ven 25-06-2021 16:06 n.43, a.e.

Sulla nave di Tosca tra voci e ritmi del mondo, dall'Argentina a Napoli

Al Teatro Romano si canta e si balla sulle note di "Torna mio amor"


La musica fa davvero viaggiare seduti. Ma nello stesso tempo sprigiona un senso di appartenenza al mondo. Questi i significati più profondi del concerto di Tosca al Teatro Romano di Benevento, nell’ambito della rassegna “Sannio Music Fest”.La cantante romana, col suo “equipaggio” di musicisti, ha condotto la sua nave per tutti i mari, dall’Africa all’America del Sud, mescolando linguaggi e ritmi, sentimenti ed orizzonti, sonorità balcaniche e napoletane, in un viaggio della “nostalgia che non desidera”, chiamato “Morabeza”.

Nella scenografia domina il rosso, al centro del palcoscenico un mappamondo illuminato. La cantante interpreta con delicatezza e sensualità i brani del suo repertorio, suona il tamburo e le nacchere, balla e fischia, accompagnata da Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra, Elisabetta Pasquale al contrabbasso, Luca Scorziello alla batteria e Fabia Salvucci, voce e percussioni. Il progetto è stato ideato e prodotto insieme a Joe Barbieri, la scenografia porta la firma di Massimo Venturiello.

Le canzoni raccontano “l’avventura del passare degli anni”, la felicità vissuta quando “ho scritto il tuo nome sui quaderni della scuola, sulla sabbia ed il cemento”, perché Morabeza significa “sia quel che sia e quello che ho, tutto il resto è  solo tutto”. Un filo intenso di emozioni, che si dipana e si condensa nel testo sanremese “Ho amato tutto”. Nel bel mezzo del concerto spunta “Piazza Grande” di Lucio Dalla, eseguita in chiave jazz. La voce di Tosca è impreziosita dalle coriste. Il giro per i porti del mondo è variopinto e caldo.

Il momento più coinvolgente arriva con “Torna mio amor”, una canzone brasiliana tradotta in italiano. Il pubblico è invitato ad alzarsi e a ballare stando al proprio posto. L’atmosfera al Teatro Romano si colora di dolcezza e tenerezza. “Vi abbiamo portato ovunque -dice la cantante mentre saluta- in Germania, in Macedonia, in Argentina, in Spagna, in Portogallo, in Romania, ma stasera io sono in Campania e non posso dimenticare le bellezze sonore della vostra terra. Abbiate pietà del mio napoletano, se sbaglierò”.

Così in un tripudio di applausi, Tosca chiude il concerto con una miscellanea di tammurriate e canzoni appassionate. Comincia con “Dimme ‘na vota sì” del 1858, scritta da Carlo Calisi e Mariano Paolella, poi esegue “Marzo” di Salvatore Di Giacomo, alternando il napoletano col francese, si scalda col Coro delle lavandaie della “Gatta Cenerentola”, ed infine accenna alcuni versi del brano “Carcere ‘e mare”, tratto dall’opera “Scugnizzi”. Riprendendo il viaggio sopra “un treno che è partito ed è sparito in mezzo al blu”.

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