Un canto per alleviare il dolore del mondo, per indicare una possibile “Via Lucis”. Per accendere una riflessione sul nostro tempo nella Settimana Santa. Questo il filo rosso del concerto “Exeredati Mundi”, ideato da Enzo Avitabile in collaborazione con l’Orchestra del Conservatorio di Benevento, diretta da Gabriele Di Iorio. Un vero e proprio evento, tra sacro e profano, che è andato in scena al Teatro Comunale, suggellato dall’entusiasmo e dall’emozione di un foltissimo pubblico.
La musica e le parole raccontano il “calvario” degli sfruttati e degli ultimi, dagli operai morti sul lavoro ai migranti uccisi a Castel Volturno nel 2008. Con "Gerardo nuvola 'e povere", il cantante s'immerge in uno dei drammi più crudeli dei nostri giorni. Parla di un ragazzo di Maddaloni, morto a Modena dove era andato a fare o’ fravecatore. “Era venuto pè faticà, nun era venuto p’ murì, quatt figli, na mugliera a carico. So venuto p’accumincià, nun so venuto p’è fernì”.
Le sue canzoni diventano preghiere al Padre Eterno per chiedere salvezza, ripercorrono le cadute di Gesù Cristo durante le stazioni della Via Crucis. Con “Tamburo a niro” Avitabile ricorda la morte di sei ragazzi nigeriani, “uno doie tre quatt cinche seie ‘ncoppa’ a Domiziana mmiezo ‘e pummarole e o sterrato…tre tre trenta tocchi e ‘a scampaniata”, vedendo in quella strage “n’atu Martin Luther King” col suo “I have dream”. Per denunciare la stoltezza di una società di “luci colorate e zero sentimenti”.
Il progetto realizzato col Conservatorio di Benevento è stato presentato dal direttore Giuseppe Ilario e dalla presidente Caterina Meglio, che hanno deciso di conferire al cantante la Laurea honoris causa in Composizione e Arrangiamento. “Quest’opera sinfonica -hanno sottolineato- è veramente particolare. Ringraziamo Avitabile per la generosità dimostrata verso i nostri allievi”. Il concerto è stato impreziosito dalla chitarra di Gianluigi Di Fenza, in particolare per il brano “Don Salvatò”, ripreso anche da Mina.
Quando è arrivata la canzone “E’ ancora tiempo”, il pubblico è stato talmente coinvolto che ha cantato in coro il ritornello. “Questa- ha fatto sapere l’artista- è l’ultima canzone cantata da Pino Daniele in napoletano”. Il concerto si è concluso con alcuni brani storici, da “Figliule ca ’nce jate a la maronne” a “Figliola ca guarde ‘o mare”, da “Libberazione” a “Mane e mane”. Nella musica di Avitabile si mischiano i linguaggi, le danze, i destini dell’umanità. Sullo sfondo c’è sempre il suo appello: “Salvamm ‘o munno”.
|