Per leggere serve la concentrazione, bisogna stare svegli. Per questo leggere non è social, è complicato. Con i libri difendiamo la libertà. Le librerie sono un presidio culturale da difendere e diffondere. La città di Napoli è come il Purgatorio, ha “mille colori”, e può avere mille racconti. Camminando su questi sentieri, Maurizio De Giovanni, ha presentato a Benevento l’ultima sua fatica, “Pioggia - Per i Bastardi di Pizzofalcone”, presso la libreria Ubik-Liberi tutti, davanti al pubblico delle grandi occasioni.
“La mia famiglia è originaria del Sannio -ha detto lo scrittore- per me questo non è un posto come gli altri. Sono molto felice nel vedere tanta gente. Perché leggere una storia non è come vedere una fiction in televisione. Quando io leggo devo immaginare, devo pensare. Per questo la lettura è più creativa della scrittura. Quando leggiamo non siamo raggiungibili, non siamo clienti della pubblicità. Meno i ragazzi leggono, meno possibilità abbiamo che il mondo migliori”.
L’incontro coi lettori è stato animato dalle riflessioni di Ornella De Lucia, titolare della libreria, e dalle domande di Nadia Morelli. Il libro di De Giovanni è il dodicesimo della serie ed è già in vetta nelle classifiche nazionali. L’apertura della “Ubik-Liberi tutti” a Benevento è stata una scommessa, coronata da successo. “Tra poco sarà un anno -ha rilevato De Lucia- il pubblico di stasera dimostra che abbiamo scelto la strada giusta. Se non avessimo creato nuovi lettori, la nostra missione sarebbe fallita”.
La ripresa delle storie dei Bastardi arriva dopo tre anni. “Pensavo che fossero stanchi -ha osservato De Giovanni- invece li ho trovati tutti nuovi. Al centro di questo romanzo c’è un avvocato penalista di 87 anni, che non esercita da 15, che vive da solitario, tra passeggiate e malattie. Un giorno viene trovato morto in casa strangolato. Bisogna scavare nel suo passato per scoprire chi è stato l’assassino. La trama principale s’intreccia con le vicende dei Bastardi. Il crimine piace perché ci assomiglia”.
L’abilità dello scrittore sta nel portare a galla i sentimenti dei personaggi. Chi di noi, del resto, non ha mai provato gelosia, invidia, ossessione, ribellione, vendetta, attrazione per il potere e per i soldi? “C’è una persona -ha fatto notare lo scrittore- che vediamo ogni giorno, ci guarda e ci ride in faccia: lo specchio del bagno la mattina. Sa tutto di noi. La gente vuole sapere cosa fanno i Bastardi. Perché in ognuno di loro, c’è qualcosa di noi. Così il crimine, già affascinante, diventa sociale”.
Come si deve guardare e raccontare Napoli? “Bisogna partire dal fatto -ha concluso- che la città è sospesa tra Inferno e Paradiso, tra il magma del Vesuvio e l’azzurro del cielo, sta in Purgatorio. Per questo le anime più adorate sono le “pezzentelle”, le uniche che possono cambiare condizione. Questo universo di 3 milioni e mezzo di abitanti, il più popoloso d’Europa, può essere raccontato in tutti modi, che sono tutti giusti. Da l’Amica geniale a “Mare Fuori” a “Gomorra” ai Bastardi a “Un Posto al sole”. Una storia è il racconto di un cambiamento. Per non essere scrittore a Napoli devi essere analfabeta”.
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