Come un inno d’amore e di pace. La voce di Antonella Ruggiero abbina armonia e riflessione, dando vita ad un concerto soffuso di dolcezza e grinta nell’Auditorium Sant’Agostino di Benevento, impreziosendo la stagione artistica promossa dall’Accademia di Santa Sofia con il Conservatorio e l’Università del Sannio. “Sono molto felice di essere qui -fa sapere la cantante- con questi ragazzi bravissimi del Conservatorio abbiamo preparato questo evento particolare”.
La partenza è affidata alle calde e intense note di “Amore lontanissimo”. Le parole di tanto tempo fa sembrano attagliarsi alla perfezione ai tempi frenetici che stiamo vivendo. “Ti voglio aspettare, intorno a me c’è tanta fretta, l’ennesimo metrò, io so che non mi muoverò”. Il ritmo sale con i brani più celebri, portati al successo con i Mattia Bazar. L’ugola di Antonella alterna acuti e gorgheggi,confermando quella caratteristica raffinata e sensuale che l’ha resa inconfondibile.
La scaletta si snoda leggera tra “Solo tu”, “Per un’ora d’amore” e “Vacanze Romane”. C’è un pensiero anche per De Andrè e Battiato con “La Canzone dell’amore perduto”. “Ricordi, sbocciavano le viole, con le nostre parole, non ci lasceremo mai. Non resta che qualche svogliata carezza e un po’ di tenerezza”. Per rafforzare il messaggio di pace c’è la fisarmonica di Davide Cavuti. “Già nel 1940 Bertolt Brecht -osserva il musicista- invitava a difendere la vita. Purtroppo il mondo è ancora comandato da tiranni”.
Per la pace suona “Oblivion” di Piazzolla. Lo stesso desiderio è caldeggiato da Ruggiero con “Impressioni di Settembre”, della Premiata Forneria Marconi, con “Echi d’infinito” e “Ti sento”. Basterebbe far rispettare i diritti. Come poco prima ha ribadito Antonella Tartaglia Polcini, nella sua breve prolusione. La fisarmonica torna con “Libertango”. L’orchestra del Conservatorio accompagna con scioltezza. Dirige Francesco D'Ovidio. “Voglio salutarvi -conclude la cantante- con uno dei brani più popolari. Con la speranza che arrivi presto la pace. Non abbiamo più parole”. Canta “Guantanamera” col pubblico in piedi.
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