Gli studenti del “Galilei Vetrone” si sono fatti sentire. Con cartelloni colorati piantati davanti alla loro scuola. Per richiamare l’attenzione delle autorità accorse per inaugurare il Laboratorio di Ingegneria Civile, costruito a pochi metri, dove una volta c’era il campetto per la ginnastica. Qualcosa l’hanno ottenuto. La provincia ha proposto la rotazione settimanale per i tre istituti coinvolti nei lavori di abbattimento e ricostruzione. Un primo passo studiato per accontentare tutti, ma che non risolve i problemi.
Una soluzione ad incastro, che prevede “una suddivisione equa del disagio”. Dal prossimo settembre dovrebbero ruotare, una settimana al mese, 8 classi dell’Alberti, 8 del Giannone e 7 del Galilei. Alcune in orario pomeridiano. Per il Galilei la metà resterà nella sede di Piazza Risorgimento e l’altra sarà trasferita a Piano Cappelle, dove c’è l’Istituito Agrario. Per spostare gli alunni, che per l’80 per cento provengono dalla provincia, serviranno molti mezzi pubblici. Per questo ci sarebbe l’impegno del comune.
Gli studenti hanno contestato l’ipotesi che prevedeva il trasferimento del “Galilei” a Piano Cappelle, per ospitare nello loro scuola il Liceo Classico “Giannone”. “Perché avremmo dovuto spostarci noi -osserva Benedetta Della Femina- rappresentante d’Istituto- se la sede è nostra. Si rischiava di essere sfrattati per sempre e di far morire il “Galilei”. “La chiusura di una scuola -aggiunge Manuela Maffei- sarebbe un colpo per tutta la città. Non possiamo essere penalizzati solo noi. Non siamo alunni di serie B”.
Il progetto di abbattimento e ricostruzione è finanziato coi fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Per il Galilei non sarà toccata l’ala con gli uffici e il geometra, mentre si interverrà sulla parte occupata dal Liceo Scientifico. “Non era giusto -sottolinea la docente Langella- che noi andassimo via per far posto al Classico”. “Dicono -rileva la professoressa Mazzone Frattolillo- che faranno tutto in un anno e mezzo, la vedo difficile. La soluzione trovata è complicata e contorta”.
La provincia si era impegnata a trovare una sintesi tra le esigenze dei vari istituti. “Non possiamo vanificare gli interventi del Pnrr- afferma il presidente Nino Lombardi- la proposta della rotazione non pregiudica l’attività didattica delle scuole. Abbiamo deciso l’acquisto di un’ala del Polo Didattico del Calandra”. “Si è stabilito un principio -commenta il preside Giovanni Marro- i disagi vanno distribuiti”. La soluzione non è ottimale. C’erano altri edifici vuoti in città. Come il Palazzo dell’Ex Inail. “Il Laboratorio inaugurato - nota un docente- apre nuove prospettiva per il gerometra. Ma proprio ora ci sparpagliano in varie sedi".
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