Lo “studente” Enzo Avitabile porta sul palco 600 sue composizioni, per dimostrare alla commissione esaminatrice il frutto della sua lunga carriera. Spiega come è nato il suo amore per la musica, dimostrando sul campo le fasi della sua evoluzione artistica. Visto che tutte le carte erano in regola, il Conservatorio “Nicola Sala” gli conferisce la Laurea Honoris Causa in Composizione Popolare nel Teatro Comunale di Benevento. Il cantautore regala un piccolo concerto intimistico.
“Ho cominciato ad amare la musica -fa sapere Avitabile, dialogando col maestro Piero Viti- attraverso il jukebox. Subito è nato in me il desiderio di incontrare tutti quelli che ascoltavo in quella scatola magica. Poi è successo davvero. I miei rapporti con artisti internazionali li ho costruiti con la musica. A cominciare da James Brown. Ho tradotto in napoletano un suo brano”. Si tratta di “It’s a Man Man’s Man’s World”, che l’artista canta così: “Chist’ è ‘nu munno d’uommeni e simm’ tutto e niente, simm’ tutto e niente”.
Nella sua ricerca prevale il bisogno di portare un nuovo suono nel mondo, per “disamericanizzare” il linguaggio. “Perché non usare il nostro dialetto -mi sono chiesto- in modo contemporaneo? Mi è sembrato giusto parlare in lingua napoletana dei poveri e degli ultimi, dei problemi dell’ambiente. Mi sono fatto costruire strumenti nuovi, come la pentarpa e la saxella, che intreccia il sassofono e la ciaramella”. Dalla teoria alla pratica. E’ il momento di “Don Salvato’”, che ha inciso anche Mina.
La scelta sociale è il filo rosso delle sue canzoni. Quando arriva “Tutte eguale song’ e criature, nisciuno è figlio e nisciuno, tutt nati dall’amore , se sape comme si nasce, ma nun se sape comme se more”, l’emozione del pubblico si tocca con mano. Il cantante invita tutti a fare un applauso ai bambini del mondo. Il coinvolgimento sale con “Napoli Nord”, che contiene un grido per la pace. Si ripete insieme più volte “Meglio ‘na tammurriata ca na guerra”. Il ritmo è scandito da centinaia di mani.
Con Avitabile suonano Gianluigi Di Fenza alla chitarra, Emidio Ausiello alla tammorra, Salvatore Lombardi al flauto, Raffaele Maisano al pianoforte e lo stesso Viti. Nel palmares dell’artista ci sono anche alcune colonne sonore. Ha vinto un David di Donatello ed altri premi. Saluta sulle note di “Mane e mane”. Siamo al momento solenne. Il direttore Giuseppe Ilario e la presidente Caterina Meglio gli consegnano la pergamena, “perché ha saputo fondere tradizione e innovazione, con un linguaggio unico e riconoscibile, si è distinto per impegno civile ed umanità, come ambasciatore della cultura popolare”.
|