Le opere di Leonardo “volano” sul palcoscenico a ritmo di musical. Coppie di ballerini con le ali, popolani che danzano a cerchio, abbracci e fughe d’amore. Su un lato scorrono le immagini delle sue opere più importanti. Ma il filo conduttore dello spettacolo “Leonardo”, andato in cena al Teatro Romano con la regia di Kevin Arduini, è il dialogo tormentato con la madre e la natura, alla ricerca delle radici più profonde del suo estro creativo, delle sue passioni, del suo slancio verso la libertà.
La ricostruzione della vita di Leonardo da Vinci è ricca di suggestive pennellate, che ricreano felicemente l’atmosfera rinascimentale, ridisegnano una coreografia di quadri coinvolgenti, che impegnano 50 artisti, tra cantanti, ballerini, musicisti. I corpi raccontano, le voci deliziose di Lorella Fabrizi e Jenny Siragusa, Marco Guarini e Debora Di Vetta illuminano i sentimenti dell’artista. Sullo sfondo c'è la figura materna, che da grande assente diventa pregnante presenza.
Il regista ripercorre anche il pensiero di Leonardo, la sua concezione dell’arte. “La natura -osserva il genio- comincia dalla ragione e termina nell’esperienzia. Noi invece faremo il contrario, partiremo dall’esperienzia per investigare la natura. Come l’artista plasma la creta, così la natura modella le sue creature, ora con forza, ora con delicatezza. Ogni opera d’arte, ogni scoperta, sono come specchi che riflettono la nostra innata curiosità. In tutto l’Universo c’è ordine e armonia”.
La messa in scena è sontuosa, forse qualche quadro è tirato troppo per le lunghe, facendo disperdere la trama. La recitazione e la danza sono curatissime. L’impegno della “Nestor Theater Company” è notevole e ammirevole. Le parole di Leonardo ci ricordano il destino dell’uomo. “Ogni fine è un inizio -scrive l’inventore- ogni morte è rinascita, ogni attimo è un’opportunità per trovare il nostro posto nell’ordine cosmico, la nostra armonia con tutto l’Universo”.
Tra la Gioconda, l’Uomo Vitruviano, la Dama con l’ermellino, lo studio del cavallo, il Cenacolo, spunta con energia il grido della madre Caterina, che fu allontanata dal figlio appena nato, essendo una povera schiava. “Leonardo –irrompe- lo capisci che ti hanno trappato a me? Ho lottato per te, ma tutti mi ignorano. Se per te è più importante la natura, rinnegami. Vattene. Ma io come faccio senza di te. Le nostre anime sono legate profondamente. Devi essere libero. Ricordati che sono tua mamma”.
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