“Col governo attuale il nostro paese sta precipitando in fondo alle classifiche sul piano dei diritti civili. Ma questa piazza bella e partecipata riaccende la speranza e il sorriso. C’è una società civile che non accetta questo approccio oscurantista. Questa iniziativa nasce da una rete molto vasta di associazioni, sindacati e partiti. Chiediamo una cosa semplicissima: la libertà di amare chi si vuole”. Con queste parole, Erminio Fonzo dell’Anpi di Benevento, apre la manifestazione chiamata “Piazza Pride”.
Siamo nel luogo più politico della città, teatro di tanti confronti elettorali, in una calda serata che comincia pian piano a popolarsi di persone, di colori, coccarde, banchetti e gazebi. Si vuole riprendere il filo tessuto il 6 giugno 2015, quando a Benevento sfilò il primo Gay Pride. Ma tra le bandiere arcobaleno di Piazza Roma si scopre che una è stata in parte bruciata. Un brutto segnale che rafforza la lotta. “Qualcuno ha deciso -dice l’Anpi- di fare questo stupido gesto. Questa bandiera sarà il simbolo del Pride 2025”.
Su un lato del palco campeggia il ritornello di una canzone di Raffaella Carrà, “Non c’è odio e non c’è guerra, quando a letto l’amore c’è”. “Questa piazza -sottolinea Giulia Tesauro di Exit Strategy- è dedicata ai diritti. Siamo uniti dal valore dell’Antifascismo”. “Portiamo a Benevento il Gay Pride del 2025 -propone il giornalista Francesco Lepore- i diritti acquisiti non sono mai al sicuro”. “I genitori e la scuola -osserva Giovanna Megna di Civico 22- non sono preparati su queste tematiche”.
Dal dibattito emerge la necessità di avere strumenti e atteggiamenti nuovi per guardare al mondo omosessuale. “Un sacco di ragazze trans -fa sapere Antonio Follo della Cisl- chiedono aiuto alle associazioni per trovare un lavoro. Ricordo la storia di un operaio gay, che si candidò come rappresentante sindacale. Fu eletto , risultando il più votato”. “Come Cgil -rileva Luciano Valle- ci mettiamo sempre la faccia quando si tratta di difendere i diritti, la libertà e la Costituzione”.
La piazza di Benevento è un bel momento unitario. “Abbiamo il governo più familista e clientelare della storia -denuncia Alessandra Maiorino, senatrice M5S- stanno creando una giungla, se sei povero e non ce la fai è colpa tua, se sei nato gay o lesbica te la devi vedere da solo, non devi disturbare il manovratore. Dobbiamo unirci, perché non sono maggioranza nel paese”. Per ora è un passo importante per contrastare tutte le discriminazioni sessuali. Se sono rose, fioriranno.
Quando prende la parola Marta Bonafoni, della segreteria nazionale del Partito Democratico, cominciano ad affluire i primi dati sulla vittoria della sinistra in Francia. “Oggi Benevento è vicinissima a Parigi- conclude la deputata- qui ho trovato una piazza di ragazze e ragazzi, di bambini e bambine, che ci danno slancio e coraggio. Siamo al servizio dell’Italia migliore. Al Gay Pride del 2025 ci saremo. Dalla Città delle Streghe arriva una ventata di ottimismo. Non ci bruceranno. Vinceremo”.
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