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Sera dei miracoli al Teatro Romano tra "Caruso" e "Futura" - L'Orchestra Filarmonica e De Stasio omaggiano Lucio Dalla
 

sab 20-07-2024 15:55 n.485, a.e.

Sera dei miracoli al Teatro Romano tra "Caruso" e "Futura"

L'Orchestra Filarmonica e De Stasio omaggiano Lucio Dalla


“Se non ci fosse stato quel guasto alla barca, se non mi avessero dato quella stanza a Sorrento, se il barista della scogliera non mi avesse raccontato la storia del grande tenore, non avrei scritto la canzone “Caruso”. Con queste famose parole del cantautore bolognese, comincia  il “Concerto Sinfonico per Lucio Dalla”, organizzato dall’Orchestra Filarmonica di Benevento, con la voce solista di Leonardo De Stasio, la direzione di Letizia Vennarini e gli arrangiamenti di Alessandro Verrillo.

L’omaggio a Dalla è accolto da un Teatro Romano gremito. Partono le note di “Canzone” e di “Attenti al lupo”. Il ritmo allegro, danzante e spensierato avvolge il pubblico, che accompagna battendo le mani. Quando De Stasio canta “e noi due qui distesi a far l’amore, in mezzo a questo mare di cicale”, l’emozione sale. Si celebra l’amore, coi suoi sogni e desideri, in “Tu non mi basti mai”. Arrivano i brividi con “Anna e Marco”, quando scorrono i versi “ma dimmi tu dove sarà, dov’è la strada per le stelle”.

“Lucio Dalla -spiega De Stasio- aveva un rapporto particolare con la nostra città, a parte l’amicizia storica con Mimmo Paladino, che disegnò le copertine di alcuni suoi album. Nel 2009 fu direttore di “Quattro Notti di Luna Piena” e nel settembre del 2004 tenne un concerto jazz  proprio in questo teatro. La sua carriera inizia suonando il clarinetto. L’incontro con Gino Paoli fu decisivo. La svolta avvenne con “4 Marzo 43”, che prende spunto dalla sua vita di orfano e parla soprattutto della madre”.

Il cantante beneventano domina la scena col suo stile personale. L’orchestra naviga sicura sotto la guida del maestro Vennarini. Le note introduttive sulla vita dell’artista, anche se a volte appaiono un po’ lunghe, servono a far comprendere il contesto. Il cantautore  vive tra la gente, ama la sua Bologna e Napoli, osserva la vita delle città, che coglie nella canzone “La sera dei miracoli”, parla delle speranze degli innamorati, che aspirano ad un mondo nuovo, nelle dolci parole di “Futura”.

Sulla figura poliedrica di Dalla fioccano varie curiosità. Leonardo De Stasio ricorda che l’orecchino che portava gli fu donato da Maradona, che “Caruso” fu cantata la prima volta a San Martino Valle Caudina nel 1987, ha venduto 38 milioni di copie ed è la canzone italiana più conosciuta al mondo dopo “Nel blu dipinto di blu”. Per cantare “Come fanno i marinai” e “Cosa sarà” arriva sul palco il giovane cantante sannita Gavio, che duetta con De Stasio anche in “L’anno che verrà”, tra le luci dei cellulari.

Il concerto si riaccende con “Nuvolari”, “Piazza Grande” e “Stella di mare”. Spiccano il clarinetto di Agostino Napolitano, le voci coriste di Arianna Carpentieri e Marco Coviello. Ogni tanto fa capolino la voce di Lucio Dalla. E’ il tempo di “Cara”. Seguono i bis di “Canzone” e “Come fanno i marinai”. L’atmosfera è come quella della sera dei miracoli: “E in mezzo a questo mare cercherò di scoprire quale stella sei. Ma questa sera vola, le sue vele sulle case sono mille lenzuola”.





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