La tromba di Luca Aquino parte con dolcezza, ma è subito ritmo jazz. Come vuole la rassegna "Sannio Music Fest”, diretta da Michele Solipano. Nell’Hortus Conclusus, ideato da Mimmo Paladino, si sciolgono i “cavalli” del concerto “Lunaria”, ispirato all’ultimo album del musicista beneventano, uscito pochi mesi fa. L’atmosfera si colora di suoni sfavillanti, avvolgenti, straripanti. Con Aquino suonano Giovanni Francesca alla chitarra, Marco Bordoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria.
In questo nuovo album, l’artista intreccia sue composizioni personali e brani famosi di illustri autori. Per questo il percorso musicale risulta gradevole e vivace, incalzante e graffiante. Accanto a “Can’t Help Falling in love" di Elvis Presley, "Ironic" di Alanis Morissette, "Nature Boy" di Eden Ahbez, "Alfonsina y el mar" di Ramirez e Luna, troviamo i testi dell’autore dedicati ai pugili “Carnera” e “Nicolino Locche”, quello giocoso scritto per la figlia, “Anita Dance”, in cui lo sentiamo cantare, come se sussurrasse una filastrocca.
Il concerto alterna prolungati momenti melodici con raffinati virtuosismi, forti folate di vento e spumeggianti ondate. Mentre Aquino cambia la tromba e per po’ sembra scherzare con la figlia, seduta in prima fila, dal leggìo vola via un foglio dello spartito. La bravura dei musicisti è sottolineata da scroscianti e ripetuti applausi. Il trombettista è arrivato a Benevento dopo due giorni intensi in Finlandia e in Austria. Ha partecipato anche al “Fara Jazz” nel Lazio, diretto da Enrico Moccia.
Con “Lunaria 2”, pubblicato cinque anni dopo l’ultimo disco, Aquino ha scelto di addentrarsi nei ritmi mediterranei e sud americani, dimostrando una chiara maturità. Ha voluto ricordare il grande Primo Carnera (America, 1906- 1967), e Nicolino Locche (Argentina,1939-2005), che si fece apprezzare per la sua tecnica difensivista e fu soprannominato “El Intocable”. Il concerto si chiude in un clima festoso, con Aquino che aggomitola e srotola le note in modo sempre più veloce.
|