Coi canti dedicati alla "fortuna", alla sorte “sempre variabile come la luna”, all’amore “che vola ovunque”, con gli inni al “volto lieto della Primavera”, con i famosissimi “Carmina Burana” di Carl Orff, si è chiusa la stagione lirica organizzata dal maestro Leonardo Quadrini in collaborazione con la direzione del Teatro Romano di Benevento, per celebrare il centenario della morte di Giacomo Puccini. La rassegna ha rappresentato la ripartenza di una tradizione molto amata dai beneventani.
“Abbiamo avuto -rileva Quadrini- un bellissimo riscontro, nonostante le vacanze e il caldo. La gente è venuta numerosa non solo con la “Tosca”, la “Cavalleria Rusticana” e “Madama Butterfly”, ma anche con i “Carmina Burana”, dei quali è noto solo il primo brano, perché utilizzato dalla pubblicità televisiva. Quest’ultima opera ha coinvolto più di 120 persone. Con l’Orchestra Internazionale della Campania, ci sono il Coro Lirico di Lecce, quello di Voci Bianche di Benevento e i ballerini di Saveria Cotroneo”.
Il viaggio dei “clerici vagantes”, goliardici e giocosi, è stato raccontato dal soprano Sara Tarquini, dal tenore Antonello Dorigo, dal baritono Massimo Simeoli e da Tatyana Sapesko al pianoforte, diretti con mano sicura da Quadrini. Sulla pedana allestita ai piedi del palcoscenico, le ballerine, vestite di rosso e viola, hanno dipinto nell’aria i loro slanci d’amore, danzando al ritmo della musica. Ricreando e alleggerendo l’atmosfera medievale dei Carmina Burana, che sono scritti in latino maccheronico.
“L’Orchestra Internazionale- spiega Quadrini- è nata nel 2009, è formata da musicisti del Sannio e di tante nazioni. C’è anche una violinista colombiana. Nella mia carriera ho intrecciato diversi rapporti internazionali. L’anno prossimo festeggerò i quarant’anni di attività, perché la prima orchestra, chiamata “I Musici Sanniti”, la fondai nel 1985, riprendendo la tradizione familiare del mio prozio Italo Cammarota, primo violinista di Benevento, diplomato al Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli”.
Il maestro è molto amico di Katia Ricciarelli, che ha firmato la regia della Tosca. “Dobbiamo far rivivere il melodramma- sottolinea la cantante- che quest’anno è entrato nel patrimonio dell’Umanità. L’abbiamo inventato noi italiani nel seicento. Ho fatto la regia anche alla Turandot. Ho interpretato tanti personaggi, da Anna Bolena a Maria Stuarta. Per la Tosca ho puntato più sull’aspetto passionale, è una donna generosa e un po’ bigotta, ma non si comporta da religiosa, quando ammazza Scarpia”.
La sfida di riportare la lirica al Teatro Romano è riuscita. Per andare avanti servirebbe un apporto più convinto della politica. “Questa stagione lirica -conclude Quadrini- non è passata inosservata. Il nostro impegno non mancherà. La parola ora spetta ad altri attori, che promettono, ma non decidono. Quest’anno ho intercettato un bando del ministero della cultura. Ringrazio l’Accademia delle Opere e la Scuola Elite. Una nuova fase si è riaperta. Continueremo ad interloquire con le istituzioni”.
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