La gente entra in fila indiana nell’Hortus Conclusus. Due voci raccontano la catarsi della musica e delle parole. Basta ascoltare. Poi, seguendo un immaginario filo d’Arianna, si va tra le sculture misteriose di Mimmo Paladino. Comincia “Saundspace”, la performance ideata da Carmen Castiello per “Benevento Città Spettacolo”. I narratori ci portano a New York, nell’atmosfera di “Belli e Dannati” di Francis Scott Fitzgerald, delineando “Paesaggi sonori tra Letteratura e Danza”.
Gli amanti entrano in scena. Parlano di un sogno solitario, da coltivare insieme. La loro storia è rappresentata dai passi, dagli abbracci, dalle mani di Odette Marucci e Hassan Eltabie. I due ballerini disegnano col corpo aneliti e passioni. Mentre intorno alla “Grande Pietra”, al centro dell’Hortus, le danzatrici Francesca Grimieri e Sara Scuderi tessono il filo della vita come le antiche Parche. Ecco “Le città invisibili” di Italo Calvino. Le parole sono colorate dai caldi ritmi del “Giuseppe Capriello Quintet”.
“Con questo progetto nuovo -spiega Castiello- abbiamo voluto tramettere quello che noi sentiamo. Abbiamo lavorato sulle musiche presenti nei libri di alcuni autori famosi, perché, a volte, la musica e la danza arrivano dove non arrivano le parole”. Alcune coreografie sono di Irma Cardano. Per le voci narranti, con Maurizio Tomaciello c’è Laura Galigani, venuta da Roma, che collabora con Luciano Cannito. La regia è di Linda Ocone. Lo spettacolo si dirama nello spazio, affascina e avvince.
Il percorso letterario si snoda da "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera a "Quartieri d'inverno" di Soriano. Si espande la voce di Selma Ezzine, che canta “Hey Jude” dei Beatles. Il quintetto, guidato dal sassofonista Capriello e composto da Ettore Patrevita, Carlo Natale, Luca Iorio ed Ernesto Bolognini, passa con scioltezza da Louis Armstrong ad Astor Piazzolla, da Chet Backer a John Coltrane. La celebrazione dell’amore sta nell’invito a rispettare la natura, l’albero, il bosco, le parole.
Il viaggio nei sentimenti continua in Piazza Santa Sofia, con “L’orchestra del Mare” di Brunello Canessa, che ripercorre la bellezza della “Musica della Taverna Caprese”, in un concerto, promosso dall’imprenditore Cosimo Rummo. L’artista accompagna il canto con alcuni aneddoti sulla sua vita. Comincia con “Era de Maggio”, una delle poche canzoni che finisce bene, s’immerge nelle più celebri melodie napoletane, scegliendo quelle più allegre, corali, colorite e divertenti.
Una carrellata di amori appassionati, con “Anema e core”, dolci come “A tazza 'e cafè”, sorvegliati con “Io, mammeta e tu”, clandestini con “‘A Sunnambola”, da Modugno a Carosone. Per ricordarci: “Che ce dicimmo a fa parole amare, si ‘o bbene po’ campà cu nu respiro”. Con Brunello sfoggiano il loro talento Francesco De Laurentiis, la cantanti Rossana Cuomo e Milena Setola, Giuseppe Melone, Ivan Cavaliere, Andrea Caiazzo, Massimo Giovenco. Si chiude con ‘O surdato ‘nnammurato”.
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