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Storia d'amore, di terra e di mare con Maurizio De Giovanni - Dalla Tunisia a Napoli con M'Barka Ben Taleb e "Free Palestina"
 

ven 30-08-2024 16:14 n.495, a.e.

Storia d'amore, di terra e di mare con Maurizio De Giovanni

Dalla Tunisia a Napoli con M'Barka Ben Taleb e "Free Palestina"


Le filastrocche di Nonnamà affascinano Gnazio. In quella Casa Strana pure il silenzio era un racconto. Quella donna sapeva davvero “cuntare” le più belle storie. Passava il tempo a sbucciare piselli, patate e fagioli e conosceva tutti i segreti del villaggio. Ma “Il canto del mare” risuona ancora, grazie a Maurizio De Giovanni, che, ispirandosi a “Maruzza Musumeci” di Andrea Camilleri, l’ha portato a teatro per “Benevento Città Spettacolo”, nel suggestivo scenario dell’Hortus Conclusus.

Una favola d’amore, di fatica e speranza, che ha per protagonista il giovane Gnazio Manisco, amante della terra, che parla con gli alberi, se ne va in America in cerca del padre e di fortuna, sogna di diventare un giardiniere in divisa, ma lì incontra la mafia coi suoi disegni criminali. Il bracciante non ci sta, cade da un ramo e coi soldi dell’assicurazione se ne torna nella nativa Vigata. Qui compra un terreno e un asino. Diventa proprietario. E’ tempo di farsi una famiglia e di trovare una moglie.

La vecchia del villaggio gli propone Maruzza Musumeci, che crede di essere una sirena. Gnazio si sposa con lei e si ameranno per tutta la vita. Nascono due figli, Cola e Resina, l’uno va a studiare le stelle in America, e l’altra ama il mare. Ma la nave per tornare a casa affonda, il ragazzo finisce in fondo al mare, dove anche Resina scomparirà per cercare il fratello. Lo strazio nella famiglia è grande. Per il vecchio Gnazio non resta altro che farsi seppellire sotto il Grande Ulivo, piantato con le sue mani.

Le vibranti parole di De Giovanni, Rosaria De Cicco e Paolo Cresta sono accompagnate dalle canzoni dolci e dolenti di Marianita Carfora, dalle raffinate note di Giacinto Piracci e Rocco Zaccagnino. Lo scrittore alleggerisce il racconto ogni tanto con ironia ed un sorriso, mentre l’attrice De Cicco si destreggia magistralmente con la sicilianità dei personaggi. Soprattutto quando interpreta Nonnamà. Gradevole e intrigante il ritmo narrativo, che fa rivivere sulla scena facce e sentimenti dei protagonisti.

Dalla Sicilia all’America a Tunisi a Napoli. In Piazza Santa Sofia veleggiano le note di “O sole mio”,  cantato da M’Barka Ben Taleb, che ha vissuto a Benevento per tanti anni. Un concerto “mediterraneo” nei ritmi e nei messaggi, che intreccia tutte le musiche del mondo. Con M’Barka suonano Arcangelo Michele Caso al violoncello, Raffaele Vitiello alla chitarra e Gianluca Mercurio alle percussioni. L’artista sceglie con cura i brani, da Modugno a Carosone, che esegue con pennellate tunisine e fresca grinta.

Tra “Tu si ‘na cosa grande”, “Caravan Petrol” e “Tammurriata Nera”, c’è spazio per uno sguardo sui conflitti contemporanei. C’è “Free Palestina”, una canzone di grande impatto, accompagnata dalle voci del pubblico. “Questo è il mio omaggio -spiega Ben Taleb- alla Palestina, che combatte per la sua libertà e non trova pace, perché purtroppo viviamo in un mondo dove vince il più forte. Spero di vedere un giorno la Palestina libera. A Benevento, che è una città d’arte, auguro tanta felicità”.



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