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Quel mattatore sentimentale di Peppe Barra al Teatro Romano - "Dedico "Tammurriata Nera" a tutte le donne vittime di violenza"
 

dom 01-09-2024 16:47 n.497, a.e.

Quel mattatore sentimentale di Peppe Barra al Teatro Romano

"Dedico "Tammurriata Nera" a tutte le donne vittime di violenza"


L’amore, i sogni, il tempo che se ne va. Filastrocche, villanelle, ballate e spruzzate di jazz. La vita come una favola da raccontare. Peppe Barra celebra il traguardo degli ottant’anni con un concerto “sentimentale” al Teatro Romano per “Benevento Città Spettacolo”, e lo fa da vero mattatore, regalando al folto pubblico una “bella serata d’amore”. Mescolando cavalli di battaglia e canzoni recenti, scritte da giovani autori e dai suoi amici. Raccontando curiosità di un lungo cammino, giunto ad "un'età certa".

Comincia con una villanella del quattrocento in cui l’innamorato paragona la donna amata ad un fico in boccio. Si culla sulle note di “Suonn’” di Enzo Gragnaniello, cantando: “Suonn’ nun me lassà, sto 'bbuono accussì e damm ‘o tiempo ca m’impar’ a capì”. Per ricordare Pino Daniele, canta “Cammina, cammina”, che parla di un vecchierello solo al  porto, sotto la luna, dove “non parla nisciuno e nisciuno vò sentì”. L’artista guarda ai giovani e per questo canta un testo di Gnut, che s’intitola “Se tenesse 20 anni”.

Il suo percorso, a tratti malinconico, si ravviva con “Papaveri e papere”, “La panzè”, e soprattutto con le filastrocche dedicate agli animali da cortile, tra cui spicca “La Ballata del Uallarinio”, che per i napoletani è il tacchino. Tra le canzoni c’è sempre spazio per una favola. Qui Barra è maestro, perché attinge felicemente da Giovambattista Basile, che nel 1600 “aveva precorso tutti gli altri favolisti”. Ci racconta il concetto di tempo, simile ad un vecchio con la barba lunga, tratto da “I sette palombelli selvatici”.

Ricorda la collaborazione con Roberto De Simone e interpreta in modo struggente “Tammurriata nera”. “Questa canzone -spiega l’artista- l’ho cambiata e l’ho fatta diventare un grido di protesta, di paura, di angoscia e l’ho dedicata a tutte le donne che ancora oggi soffrono per violenza, perché qualcosa deve cambiare, soprattutto nel governo, dove ci sono cose che non funzionano. Le tammurriate sono scaramantiche. Cantate con me. Facciamo questo piccolo esorcismo di luce, di pace e d’amore”.

Il cantante è accompagnato da Paolo Del Vecchio, Francesco Di Cristofaro, Sasà Pelosi, Ivan Lacagnina e Luca Urciuolo. Per lui c’è il Premio Ugo Gregoretti, che gli viene consegnato dai figli del regista, inventore di “Benevento Città Spettacolo” . Per festeggiare la sua “età certa”, Renato Giordano, direttore del festival, porta una torta e legge la motivazione del premio. “A Peppe Barra, spirito vispo e poliedrico, cantore e narratore, interprete unico della tradizione popolare, musicale e teatrale”.





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