“Questo appuntamento culturale si caratterizza sempre più come il Festival delle Scuole. Il cinema sociale è centrale. Vorremmo allargarci anche al teatro. L’idea mi venne nel 2005 , quando partecipai al Festival di Giffoni col cortometraggio “Così su due ruote”, in cui mi innamoravo di una donna. Vorremmo realizzare cortometraggi nelle scuole. L’amministrazione comunale dovrebbe impegnarsi di più. Servono strutture ricettive, se vogliamo creare un indotto. I teatri dovrebbero darli alle associazioni”.
Questo è il pensiero di Francesco Tomasiello, ideatore e fondatore del “Social Film Festival”, che si è svolto nel Teatro Comunale di Benevento. Una iniziativa, promossa da “Libero Teatro”, che ha consentito a duemila ragazzi di avvicinarsi al mondo del cinema, di conoscere i retroscena di una pellicola, di apprendere i segreti del mestiere dell’attore, attraverso casting e provini, di incontrare registi e protagonisti della televisione, in particolare satirica, come Filippo Roma e Roberto Lipari.
L’incontro che ha destato maggior interesse è stato quello con Pupi Avati, cha ha raccontato come è nata la sua passione per il cinema, come, ad un certo punto, lasciò il lavoro di musicista jazz per intraprendere la nuova avventura. “Ho fatto 54 film -ha detto- gli attori più bravi sono i timidi e quelli che hanno sofferto, hanno una sensibilità in più. Nei ragazzi di oggi c’è una certa infelicità, perché non sanno come realizzarsi. Tutti hanno qualcosa di eccezionale. Cercate e scoprite il vostro talento. E la vita cambierà”.
Nel campo degli spettacoli serali spicca il “Tributo a Gigi Proietti” di Lorenza Bohuny e Maurizio Carlini, romanticamente intitolato “L’urtimo romano”. I due artisti hanno ripercorso la carriera del grande “mattatore” attraverso le sue canzoni. Sul palcoscenico il famoso baule, simbolo dello storico show “A me gli occhi please”, che realizzò nel 1976. “Bisogna celebrare e ricordare Proietti- ha sottolineato la cantante- continuare a parlare di lui per farlo conoscere ai ragazzi”.
Il poliedrico attore cominciò cantando nei locali romani. La svolta avvenne con Luigi Magni e Roberto Lerici, che gli aprirono le porte del cinema e del teatro. Per un periodo lavorò anche con Ugo Gregoretti, fondatore di “Benevento Città Spettacolo”. “Ricordo -spiega Antonio Parciasepe, organizzatore dello spettacolo- che più volte è venuto a Pantelandolfo, dove Gregoretti aveva un antico castello, e qui comprava olio e formaggio dai contadini della zona”.
Le canzoni che hanno accompagnato la sua carriera sono tante, tutte simpatiche ed ironiche. Ricordiamo “Com’era bello il mondo”, “Nina si voi dormite” “E me metto a cantà”. Nel 1989 portò in scena “I sette re di Roma”, che in questi giorni ha ripreso Enrico Brignano. La scaletta di Bohuny e Carlini è davvero godibile e intrigante, perchè i due musicisti mettono in luce le qualità artistiche ed umane di Proietti. Concludono con "L'urtimo romano", la canzone scritta per lui nel giorno della sua morte.
Il Social Film Festival ArTelesia, giunto alla XVI Edizione, era partito concentrato sul tema della disabilità, ma poi ha allargato lo sguardo sull’attualità, fino all’Intelligenza artificiale. Francesco Tomasiello è soddisfatto. “L’obiettivo è stato raggiunto -evidenzia con orgoglio- le emozioni sono state tantissime. Filippo Roma e Roberto Lipari si sono complimentati per la bella realtà che hanno trovato a Benevento. Si spera che il festival contribuisca ad abbattere le barriere architettoniche”.
Le premiazioni si sono svolte in un clima festoso. Per la Sezione Divabili ha vinto Gianni Aureli con “Super Giò”, per la Sezione Filmaker Francesca Giuffrida con “La vita magra”, per School and University Luca Esposito con “A piedi nudi” e Valentina Galdi con “Do we have a chance”. Il Premio Giambattista Assanti è andato a “Notti d’Estate” di Davide Carabellese. “Vorrei portare il festival più in alto -conclude Tomasiello, che ha 36 anni- vorrei andare in Sicilia . Ma prima c’è la mia laurea in pedagogia il prossimo 23 ottobre”.
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