Il discorso “furioso” di Vincenzo De Luca a Foiano Valfortore, nell’ambito della Festa Provinciale dell’Unità, si conclude con un appello per la pace. “Ma come è possibile che siamo arrivati a 42 mila morti a Gaza, 1500 nel Libano e un milione e 200 mila sfollati e continuiamo a stare fermi. La Spagna ha riconosciuto lo Stato di Palestina. Facciamo una cosa concreta. Siamo diventati cinici. Come Campania organizzeremo una manifestazione a dicembre. Facciamo sentire la voce della piazza”.
Il presidente della regione parte dal Sannio, squaderna una carrellata di finanziamenti e progetti, per la Diga di Campolattaro e l’Ospedale San Pio, per la Fondo Valle Tammaro e per le 11 Case di Comunità. “Per l’ammodernamento della Ferrovia Benevento Cancello- precisa- sono impegnati 109 milioni di euro, per metà di competenza dell’Eav, che ha finito il lavoro, e per metà di competenza delle Ferrovie dello Stato, che è in ritardo. Perciò la linea non parte. Possiamo mai aprire fino a Cancello?”.
Ad Airola comincerà a novembre il secondo Corso di Formazione ITS per la Meccatronica, per specializzare personale adeguato. Con questa iniziativa si pensa di dare lavoro a sessanta giovani nelle 318 imprese industriali della Valle Caudina. Per la città di Benevento sono previsti altri 154 milioni, per la rete fognaria e l’impianto di depurazione, per l’Asse Interquartire Area Stadio-Viale Mellusi, per Ponte Valentino. “Prima di me- afferma con orgoglio- la Campania era Napoli, oggi tutte le province hanno la stessa dignità”.
Con De Luca interloquisce il giornalista Pierluigi Melillo, che mette subito sul tappeto il tema dell’Autonomia Differenziata. “Qui c’è da fare una battaglia culturale - osserva con puntiglio- contro quelli che pensano al sud, come area del parassitismo e dell’inefficienza, se non della camorra. Siamo andati a Roma con i sindaci campani per sbloccare i Fondi Coesione. Noi siamo per “burocrazia zero”. Proponiamo che siano assegnate alle regioni uguali risorse e lo stesso numero di medici per ogni mille abitanti”.
Gli strali più acuminati sono diretti ad alcuni dirigenti del Partito Democratico. Come il commissario regionale Antonio Misiani. “Sono due anni -attacca- che in Campania siamo commissariati. Un partito che non rispetta la vita democratica, non è credibile come forza di governo per l’Italia. Misiani si dovrebbe dimettere e chiedere scusa ai militanti. Il destino della Campania si decide in Campania, non a Roma. Condivido il rinnovamento proposto da Schlein, ma va premiato il merito e chi è legato ai territori”.
Il presidente si scatena sul tema caldo del Terzo Mandato. “Non abbiamo fatto neanche il secondo -ribatte- perché la sanità è stata commissariata fino al 2017, poi c’è stata l’emergenza del Covid, che qui in Campania non ha prodotto i morti di Bergamo e di Milano. C’è un lavoro immenso da fare, tanti cantieri ed ospedali da aprire,170 Case di Comunità da realizzare, il rinnovo del trasporto pubblico locale. Questo lavoro deve continuare, non può essere buttato a mare. Per questo io mi candido comunque”.
Con durezza respinge le critiche di Sandro Ruotolo e Stefano Graziano. “Queste nullità politiche -fa notare- questi cafoni e maleducati, invece di attaccare il Governo Meloni, attaccano il presidente di regione più votato d’Italia, parlano di sistema di potere di De Luca. Il mio sistema di potere è la fatica, il lavoro, il sangue che sto buttando per cambiare la Campania. Ho speso la mia vita per la povera gente. Pensano di fare sciacallaggio sul caso giudiziario di Franco Alfieri. Facciamo lavorare i magistrati”.
Le parole di De Luca contro il Pd sono sprezzanti. Ma la politica è ascolto e dialogo. A maggior ragione dopo le europee, col partito di Elly Schlein, primo al Sud, in Campania e a Napoli. La sua analisi ha tante buone ragioni. Ma dove porta lo scontro continuo? Il presidente sa anche che suo figlio deputato si è giovato del gioco correntizio. Se le strade si dividono, perdono tutti: De Luca, il Pd e il centrosinistra. Quello che conta è il giudizio sul governo regionale, che spetta alle federazioni provinciali, agli amministratori e ai cittadini.
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