“Il ciclo provinciale dei rifiuti nel Sannio non esiste. Se non facevamo lo svuotamento dello Stir di Casalduni, dove sono abbancati i rifiuti bruciati nell’incendio dell’agosto 2018, non potevamo ripartire. Grazie all’accordo di luglio scorso con la Regione Campania, cominciamo a vedere la luce in fondo al tunnel”. Con queste parole, Domenico Mauro, amministratore unico della Samte, società partecipata della provincia di Benevento, annuncia la svolta tanto attesa, insieme al presidente Nino Lombardi.
Dalla notte dal clamoroso incendio tutto si è fermato. L’inchiesta non ha fatto scoprire i responsabili. Sono passati sei anni e lo Stir non è ritornato in funzione. Perché si è perso tanto tempo? “Questo gap è pesante -sottolinea Ferdinando Di Mezza, vicepresidente di Assoambiente- è inammissibile tanto ritardo. Quando bastavano pochi mesi per rimuovere i rifiuti incendiati. Il Sannio è la provincia più virtuosa della Campania col 74 per cento nella raccolta differenziata, ma tutto è vanificato per la mancanza di impianti”.
Fioccano interrogativi sull’assurda situazione. Il presidente della provincia sfoggia ottimismo e parla di “giornata importante”. “Sono finalmente ripartiti i lavori di svuotamento dello Stir -rileva Lombardi- grazie alla sinergia con la Regione e in particolare col vicepresidente Fulvio Bonavitacola, che con puntualità sta rispettando gli impegni, che ammontano a 43 milioni di euro. Noi operiamo in supplenza dell’Ato, che ci auguriamo vada presto a regime. Pensiamo di realizzare anche una stazione di trasferenza”.
L’assenza di una filiera ha prodotto costi elevatissimi per i contribuenti sanniti, perché i comuni sono stati costretti a portare i rifiuti fuori provincia e a provvedere anche al risanamento delle discariche. Basti pensare che le imprese private per ogni viaggio prendono non meno di 400 euro. Per rimuovere le12 mila tonnellate dello Stir, la provincia si è rivolta alla Sapna, società della Città Metropolitana di Napoli. Per completare tutto ci vorranno cinque mesi. Nei primi tre giorni sono state già tolte 800 tonnellate.
“I rifiuti urbani andranno a Tufino -specifica Mauro- la frazione secca al termovalorizzatore di Acerra e quella umida sarà lavorata ed utilizzata nelle discariche. Questo processo è il primo passo per la rinascita del nostro territorio. La nostra mission è stata sempre la tutela ambientale. Con un lavoro silenzioso e sinergico abbiamo tolto, tra l’altro, 53 mila tonnellate da Toppa Infuocata”. Per il “Rewamping” dello Stir si prevedono due anni. Se ogni istituzione avesse fatto la propria parte, non saremmo a questo punto.
Ma perché l’Ato, nato nel 2016, non è ancora decollato? Questo Ente d’Ambito, che doveva gestire tutto, è un tassello del sistema di potere mastelliano. Il presidente è Pasquale Iacovella, mentre il vice è Rossano Insogna. Non si comprende perché si sia impantanato. Lo stesso amministratore Mauro fa capo a “Noi di Centro”, come il presidente Lombardi. I sindaci chiedono di colmare velocemente i ritardi e che venga istituito un Osservatorio su tutte le fasi di completamento del ciclo.
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