Il grande attore sfoglia le pagine, cercando la prossima poesia da leggere, inanellando i versi giusti per lo spettacolo, che vuole dedicare alle donne, ma, a volte, prende quello che gli capita davanti. Con un ritmo giocoso e scapigliato, Giancarlo Giannini si racconta nell'happening, chiamato “Io, il Cinema e la Poesia”, aprendo la nuova stagione artistica dell'Accademia di Santa Sofia al Teatro Comunale d Benevento, accompagnato dall'ensemble di Davide Cavuti.
“Stasera inventiamo e improvvisiamo”, ripete di tanto in tanto, lasciando spazio ai musicisti, che lo incalzano con motivi argentini e spagnoli.”Ieri ti ho baciato sulle labbra. Ti ho baciato sulle labbra. Intense. Rosse”. Per il suo inno all'amore, sceglie di partire coi versi di Pedro Solinas, poi si immerge ne “La pioggia nel pineto” di Gabriele D'Annunzio. A colorare di maggior erotismo l'atmosfera c'è la voce del soprano Marcella Parziale, che canta “'A vucchella”.
Lo spettacolo affascina grazie anche alla bravura del maestro Cavuti alla fisarmonica, Antonio Scolletta al violino e Franco Finucci alla chitarra, che eseguono musiche di Astor Piazzolla, da "Escualo" a "La Muerte del Angel" a "Libertango", passando per il Postino di Bacalov e per Ennio Morricone.”Sono contento di essere in questa bellissima città -esordisce- dove manco da tanti anni. Saluto il sindaco Mastella in sala, col quale siamo da tempo amici”. Ma il primo cittadino è andato già via.
L'attore, in verità, è stato a Benevento per ben due volte nel 2019, prima come ospite del Festival Filosofico del Sannio e poi per l'Omaggio a Fellini al Teatro Romano con Carla Fracci. Come da tradizione, lo spettacolo viene introdotto da una pillola culturale. Questa volta tocca al rettore Gerardo Canfora, che traccia una panoramica dei problemi e delle prospettive dell'università. “L'ignoranza -conclude- costa più della cultura”.
Nella carriera cinematografica di Giannini ha un ruolo decisivo la regista Lina Wertmuller. La sua popolarità è legata a film come “Mimì metallurgico, colpito nell'onore” e “Pasqualino Settebellezze”. Una parte importante ha anche il teatro. Per dare un saggio di questa esperienza, recita, tra l'atro, un brano dell'Amleto. L'omaggio alle donne raggiunge il clou con Pablo Neruda e Garcia Lorca. Ma preferisce chiudere col sonetto irriverente di Cecco Angiolieri, "S'i' fosse foco".
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