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Direttore Antonio Esposito

Il socialista Giacomo Matteotti ricordato dall'Anpi di Benevento - Giorgio Benvenuto: "Il suo esempio parla molto ai giovani"
 

mar 10-12-2024 17:25 n.534, a.e.

Il socialista Giacomo Matteotti ricordato dall'Anpi di Benevento

Giorgio Benvenuto: "Il suo esempio parla molto ai giovani"


“L’esempio di Giacomo Matteotti parla molto ai giovani, per il coraggio della denuncia. Lui non si lamentava, ma agiva, non diceva agli altri di fare, ma s’impegnava in prima persona. Il rinnovamento della politica passa per la partecipazione della gente. Ma devi investire soprattutto sui giovani.  Per essere veri riformisti, occorre avere la capacità di organizzare proposte che cambiano le cose e di valorizzare le persone. Negli ultimi otto anni 500 mila giovani sono andati via dall’Italia”.

Con queste parole, Giorgio Benvenuto, ha collegato all’attualità il messaggio di Giacomo Matteotti, a 10 anni dalla morte, nell’incontro promosso dall’Anpi di Benevento e svoltosi a Palazzo Paolo V, col titolo “L’idea che non muore”. La figura del martire antifascista è stata tratteggiata sotto diversi punti di vista. Per Teresa Simeone, che ha coordinato il dibattito, dietro il suo assassinio, voluto dal fascismo, ci sarebbero  anche motivazioni economiche, legate ad affari e tangenti nel mondo petrolifero.

“Possiamo dire -ha osservato Ciro Raia, presidente Anpi regionale- che con Matteotti nasce l’antifascismo. Il suo era un socialismo di prossimità, maturato negli anni di amministratore in diversi comuni del Polesine. La sua bussola era una Rivoluzione Sociale, fondata sulla sovranità popolare e sulla formazione permanente. Ci ha dato, in sostanza, degli anticipi della Costituzione. Poi verrà la Scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani. Era pacifista, ma non pacifico, univa l’umanesimo cristiano e socialista”.

Si racconta che, quando fu ucciso, il 10 giugno 1924, dopo essere stato rapito, di fronte a colui che lo stava colpendo col pugnale, disse: “Voi potete uccidere me, ma non le mie idee”. Perché il fascismo e Mussolini vollero liberarsi di lui? Il deputato socialista aveva denunciato numerosi brogli nelle elezioni tenutesi due mesi prima, con un discorso in Parlamento. “Dopo questo intervento - esclamò, rivolgendosi ai compagni- preparate la mia orazione funebre”. Quelle accuse forti e documentate fecero tremare il regime.

La coscienza politica di Matteotti si era formata nella provincia di Rovigo. “Era cresciuto accanto ai contadini -ha sottolineato Benvenuto- aveva organizzato i primi scioperi delle mondine. Aveva imparato a  lottare per i diritti dei lavoratori, facendo anche il sindacalista. Per lui era importante valorizzare la dignità delle persone. Era un uomo di poche chiacchiere e molti fatti. Per le sue qualità diventò segretario del Partito socialista. Fu eletto deputato con 80 mila voti”.

La riflessione su Matteotti ha toccato anche l’aspetto giuridico e istituzionale. “Era apprezzato -ha evidenziato Antonella Tartaglia Polcini, assessore alla cultura-  anche come uomo di diritto, oltre che per il suo impegno civico. I suoi valori di giustizia sociale e di uguaglianza, per lui non negoziabili, lo rendono moderno”. “La città di Benevento -ha aggiunto Amerigo Ciervo dell’Anpi provinciale- dovrebbe dedicargli un luogo adeguato, dal momento che Piazza Santa Sofia è entrata nell’Unesco”.

Il comune valuterà questa proposta, avanzata già dall’aprile scorso, nel prossimo aggiornamento della toponomastica. Dopo un primo processo farsa, tenutosi a Chieti, gli assassini di Matteotti furono condannati all’ergastolo. La moglie Velia dedicò la vita alla ricerca della verità. “Quando arrivò la Liberazione dal fascismo- ha concluso Benvenuto- Sandro Pertini si recò al suo paese e sulla sua tomba gridò: “Giacomo, hai visto, abbiamo mantenuto la promessa!”.



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