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Direttore Antonio Esposito

Conversazione a Casa Pisani su Giacomo Leopardi a Napoli - Ruggiano: "Cerca la verità. Poeta del futuro e della solidarietà"
 

sab 11-01-2025 15:51 n.546, a.e.

Conversazione a Casa Pisani su Giacomo Leopardi a Napoli

Ruggiano: "Cerca la verità. Poeta del futuro e della solidarietà"


La riflessione su Giacomo Leopardi è tornata d’attualità, grazie alla fiction televisiva di Sergio Rubini, intitolata “Leopardi - Il Poeta dell’Infinito”, che ha avuto un buon riscontro di pubblico. Perché la poesia e il pensiero del poeta recanatese sono connessi alla nostra esistenza, parlano del destino dell’umanità, esprimono sentimenti universali. Per questo l’Archeoclub di Benevento ha organizzato un incontro a “Casa Pisani” con Michele Ruggiano, sul suo ultimo libro, chiamato “Leopardi Napoletano”.

La sua figura è abbinata al pessimismo e alla “natura matrigna”. Ma nella bellezza dei suoi versi affiora il senso di ribellione alla condizione esistenziale dell’uomo, e soprattutto ne “La Ginestra”, la necessità della solidarietà, che il poeta chiama “social catena”, uno spiraglio di ottimismo, fondato su un impegno corale. “Per Leopardi -osserva Ruggiano- la natura si preoccupa dell’esistenza e non dell’esistente. Nella Ginestra egli esprime un grande amore per gli esseri più indifesi. Contro egoismo ed individualismo”.

Quando nel 1833 il poeta arrivò a Napoli con l’amico Antonio Ranieri,  il clima rivoluzionario era svanito. La città, come sempre vivacissima, l’accolse con rispetto e calore. La cultura viveva un gran fervore, il San Carlo era diretto da Gaetano Donizetti. “L’abbraccio fu esagerato -scrive Marcella Marchetti su “La Repubblica” -ma forse decisivo per immaginare gli uomini uniti e solidali. Leopardi volle godersi Napoli a pieni mani. Si abbandonò ai piaceri, dai gelati ai taralli zuccherati, alle sfogliatelle, alle frolle, al caffè”.

La conversazione di Ruggiano, animata dalle domande di Francesco Morante, presidente di Archeoclub, ci porta nel contesto storico, segnato dallo spiritualismo, diffusosi dopo il Congresso di Vienna. “Il poeta -fa notare Ruggiano- criticò quelli che si erano convertiti, nella poesia “I Nuovi Credenti”. Egli era un non credente. Cercava la verità. Per lui la verità non è quello che fa piacere a ciascuno di noi. Per me Leopardi è il poeta del futuro,  Manzoni quello del passato”.

Ai suoi tempi visse la napoletana Giuseppina Guacci, di cui porta il nome l’Istituto Magistrale di Benevento. “Fu attrice, poetessa -afferma Morante- e una delle prime femministe. Ebbe rapporti con il poeta e Ranieri. Morì nel 1848 a soli 41 anni”. L’incontro è stato arricchito dalle letture di Giuseppe Patrevita e Maria Rosaria Marotti e dalla musica di Cosimo Minicozzi. “L’amore di Leopardi -conclude Ruggiano- si trasforma in compassione. Quando vide un ragazzo schiacciare una lucciola restò annichilito”.



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