Parlano della società come una giungla, fatta di muri e cancelli invalicabili. Ma la situazione non cambia quando vanno a trovare i parenti in carcere. Le tre donne che aspettano di entrare rivivono un calvario. Nell’attesa interminabile si sprigionano i racconti delle loro storie. Uno sfogo di tristezza e di speranza che fa nascere tra loro una solidarietà. Questo il filo conduttore dello spettacolo “Il Colloquio”, portato in scena al Mulino Pacifico dal Collettivo Lunazione su soggetto di Eduardo Di Pietro.
Siamo a Poggioreale. Le donne arrivano col loro carico di dolore. Qualcuna cerca di “arrangiarsi” anche nella fila vendendo sigarette e caffè, una porta al marito una frittatina e il filmino del matrimonio, perché si è da poco sposata, un’altra nasconde il telefonino nella scarpa. Per farsi compagnia, hanno bisogno di parlare, perché altrimenti il tempo non passa, è sempre fisso sulle 6,30. Vengono da situazioni disperate. Ognuna vorrebbe dominare sull’altra. Perché conoscono solo la legge della giungla.
Nei panni delle donne ci sono gli attori Renato Bisogni, Alessandro Errico e Marco Montecatino, che danno vita a dialoghi incalzanti ed anche a zuffe feroci, con intensa fisicità. Si calano nelle vite delle protagoniste con sentimento e ruvidezza. Il linguaggio è sciolto e vivo, da quartieri napoletani. Qualcuna sbotta: “Perché nun te fanno sapè niente? Simm bestie? C’è quella che ha fatto la comparsa in “Un posto al sole”. Ma tutte, però, concordano sul fatto che quello dello spettacolo è “nu munn spuorco”.
Le risate esplodono quando una legge sul giornale che un “cesso d’oro”, un gabinetto aureo, è stato venduto a un milione di euro. Quella che chiamano “Core e fierro” manifesta il suo sogno: “Non voglio fa sta vita ‘e merda. Sono stanca di fare ‘a mamma e ‘o padre. Voglio essere libera. Lo so che i figli so’ a cosa più bella”. All’improvviso arriva la pioggia. Una apre un ombrello rosso. “Venite -dice- nun se paga”. La giovane sposa esclama: “Me piacesse e i’ ncopp ‘o Vesuvio, se vere Napoli e ce sta più cielo”
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