 “Canta la luna stasera a voce chiara”. Le note di questa canzone accompagnano il lavoro di quattro prostitute, che operano in quartieri diversi di Napoli, ma che vivono nella stessa casa. La loro tranquillità, però, viene scossa dall’accusa di aver assassinato un giovane, bello e misterioso. Come venirne fuori? Su questa trama intrigante si snoda lo spettacolo “Streghe da Marciapiede” di Stefano Amatucci e regia di Francesco Silvestri, andato in scena al Mulino Pacifico per la rassegna teatrale della Solot.
Quando arriva l’ispettore per scoprire la verità, comincia una girandola di racconti sfuggenti, di ambiguità e depistaggi, che mescolano bugia e verità, ma che rivelano anche le fragilità e i sogni repressi delle quattro donne. C’è quella messa incinta a 18 anni e costretta ad uccidere il bimbo , quella che si sente come Cenerentola, una che cammina col bastone e rivela di essere lesbica. Perché non avete portato l’uomo ferito all’ospedale? “Facciamo le troie - la risposta esilarante- mica la Croce Rossa”.
Lo spettacolo è colorato da una fresca ironia. Le “femmine” sono interpretate da Gina Amarante, Luisa Amatucci, Miriam Candurro e Antonella Prisco , mentre nel ruolo dell’ispettore c’è Peppe Romano. Gli attori fanno parte del cast di “Un posto al sole”, la fortunata serie televisiva di Raitre. Sulla sorte di quel giovane ucciso piovono tante domande. Perché fu portato nella casa delle prostitute? Perché fu trovato nello stanzino col cuore scoppiato? “Sono state cause naturalissime”- rispondono in coro.
Per questo destreggiarsi tra detto e non detto vengono considerate malefiche. Una veste con la quale a loro piace giocare. Con grande affabulazione, sarcasmo e irriverenza descrivono anche le scene più orrende. Ridono del loro mestiere, perché ne hanno passate tante. Come quella volta che una di loro fu lasciata a terra e dovette farsi dieci chilometri a piedi. L’ispettore è confuso e sbotta: “Siete delle Streghe”. Un ruolo che accolgono cantando, perché dona loro più mistero e sensualità.

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