 Il concerto si chiama “Fuochi d’Artificio” e già col primo brano si diffondono nell’aria suoni e ritmi scoppiettanti. Sono le note di “Coppelia” di Delibes, che scandiscono valzer e galop. Con questo avvio fluente ed energico l’Orchestra dell’Accademia di Santa Sofia si presenta davanti al folto pubblico dell’Auditorium di Sant’Agostino di Benevento per il quinto appuntamento della stagione artistica, promossa con l’Università del Sannio ed il Conservatorio “Nicola Sala”.
Le musiche sono abbinate a danze classiche e a noti film. Si va da Bizet a Nino Rota, dal Fandango dell’Arlesienne a “Il Gattopardo”. Come sulle onde, con movimenti leggeri e vellutati, con vorticosi abbracci. Davanti agli occhi sembrano materializzarsi ballerini e passi del famoso valzer del capolavoro di Luchino Visconti. Gli stessi musicisti, tra donne, vestite di rosso, ed uomini in abito nero, formano quasi coppie danzanti, che suonano e si scambiano sguardi maliziosi.
Siamo a Strauss figlio col “Perpetuum Mobile”, seguito da “Lo Schiaccianoci” di Cajkovskij, col Valzer dei fiori. Si balla e si saltella tra slanci frizzanti e teneri. L’orchestra sfoggia una perfetta sintonia. Dai primi violini , Riccardo Zamuner (konzertmeister), Maria Teresa De Sanio, Emanuele Procaccini, Bianca Agostini, ai secondi violini, Daniele Sabatini, Lorenza Maio, Alessandra Rigliari, con Francesco Solombrino ed Elena Emelianova alla viola, Danilo Squitieri e Alfredo Pirone al violoncello, Gianluigi Pennino al contrabbasso.
L’atmosfera si fa più briosa e trionfante con la “Danza dei Cavalieri” di Prokofiev e la “Danza delle Spade” di Khachaturian, con la “Vedova allegra suite” di Lehar e la “Danza delle Ore” di Ponchielli, e soprattutto con la “Tarantella” di Gioacchino Rossini. Si chiude col bis di “Ballo Excelsior” di Marenco, che regala un messaggio di armonia e di pace. “Perché la musica -rileva il docente Giovanni Filatrella nel “preludio” culturale- è fatta della nostra stessa materia ed i suoni racchiudono le nostre vite”.
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