 Quella studentessa del primo banco gli è rimasta negli occhi e nel cuore. Il vecchio professore torna sempre con la mente a quegli anni appassionati. Quando il suo matrimonio va in frantumi, ripercorre con dolcezza e nostalgia la sua gioventù, sente come compagno di viaggio il poeta latino Catullo, innamorato della bella Lesbia. Il romanzo di Maurizio De Giovanni, “L’Antico Amore”, approda sul palcoscenico del “Teatro De La Salle” di Benevento, per la Rassegna “Risvegli”, diretta da Renato Giordano.
Lo spettacolo intreccia parole e musica. Si parte sotto il segno di Fabrizio De Andrè, con “Amore che vieni, amore che vai”, con il sassofono di Marco Zurzolo, la fisarmonica di Rocco Zaccagnino e la voce di Marianita Carfora. “Un giorno qualunque ti ricorderai, amore che fuggi, da me tornerai, Io t’ho amato sempre, non t’ho amato mai, amore che vieni, amore che vai”. Il racconto del professore è un dialogo tra passato e presente. Ricorda l’antico amore. “Se non avessi avuto te, io non sarei mai stato vivo”.
Lo scrittore e i due attori Alfredo Mundo e Alessio Sica interpretano con intensità la parte del professore da vecchio e da giovane e quella di Catullo. Con la sua inconfondibile voce “sussurrata”, Maurizio De Giovanni, si chiede ad un certo punto: “Perché quel grande poeta latino definì “sciocchezze” i versi più belli della storia dell’umanità?”. Il romanzo si fa facilmente teatro. Quando è in ballo un sentimento travolgente come l’amore, che diventa “tempesta”, mare, fiume, libertà e felicità.
La storia si colora con le canzoni di Ivano Fossati e Pino Daniele. La cantante e i musicisti eseguono con delicatezza “Di tanto amore” e “Cammina, cammina”. Per raccontare la forza della passione e la fugacità del tempo. Che, però, non può cancellare la bellezza delle cose vissute, che vengono a galla anche leggendo una poesia. Il professore si chiama Marco e il suo giovane amore Anna. Guarda caso proprio come i due protagonisti di un’indimenticabile canzone di Lucio Dalla.
Lo spunto per il romanzo sarebbe venuto un giorno del 2009, quando De Giovanni, seduto davanti ad un caffè, vide un vecchio signore intento a leggere con emozione un libro di poesie latine, sorvegliato a discreta distanza da una donna bionda, la sua badante. Gli amori veri non muoiono mai. Il racconto si chiude sulle note di “Lontano, lontano” di Luigi Tenco. “E lontano, lontano nel tempo, una sera sarai con un altro e ad un tratto, chissà come e perché, ti troverai a parlargli di me, di un amore ormai troppo lontano”. Lo scrittore saluta tra scroscianti applausi: "Grazie Benevento, la mia città".

|