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Direttore Antonio Esposito

La musica vibrante di Pappano - "Ammirate i giovani dell'OFB. Porto Castelfranco e il Sannio nel cuore"
 

lun 09-08-2021 09:02 n.63, di Antonio Esposito

La musica vibrante di Pappano

"Ammirate i giovani dell'OFB. Porto Castelfranco e il Sannio nel cuore"


L’orchestra è pronta, l’attesa è breve. Il maestro Antonio Pappano arriva velocemente sul palco, saluta e senza parlare comincia a dirigere. Siamo subito immersi nelle note scoppiettanti e vibranti della Sinfonia n.9 in mi minore di Antonin Dvoràk, conosciuta anche col titolo “Dal Nuovo Mondo”. Il direttore accompagna col corpo i movimenti musicali, i suoi capelli sobbalzano come fuscelli al vento. I musicisti dell’Orchestra Filarmonica di Benevento eseguono alla perfezione i suoi ordini, come soldati sospinti alla battaglia.

Uno dei più grandi maestri del mondo torna ad esibirsi al Teatro Romano, con un concerto profondo ed intenso, delicato e simbolico, per dare la giusta spinta propulsiva  alla ripresa dopo il lungo periodo tormentato della pandemia. Il primo brano fu composto dal Dvorak in America, quando il musicista cecoslovacco era  direttore del  “New York National Conservatory of Music”. Siamo nel 1892 e dal continente americano arrivano  forti segnali di cambiamento sociale, economico e di speranza.

La musica si snoda come una bella galoppata, poi si rasserena, diventa dolce, tenue, scherzosa, molto vivace, invita a danzare. La chiusura della prima sinfonia è affidata ad uno strepitoso “allegro con fuoco”. Il maestro Pappano è tornato dall’America, dove era andato a trovare l’anziana madre, poi è passato per Londra ed infine ha fatto in tempo per essere a Benevento, per suggellare ed impreziosire la settima rassegna dell’Orchestra Filarmonica di Benevento, di cui è anche direttore onorario.

Il concerto è proseguito con “La danza delle Ore”, tratta da “La Gioconda” di Amilcare Ponchielli. I ritmi dominanti sono improntati all’allegria, alla voglia di vivere, al sogno, alla serenità, alla leggerezza. Il maestro assesta i suoi colpi di bacchetta con grande energia, guida accorto e sicuro i giovani musicisti. Regala un bis con un brano allegro e danzante della stesso Ponchielli. Il folto pubblico applaude, vorrebbe sentire ancora qualcosa. Ma siamo ai saluti. Una ragazza porta al maestro, che apprezza molto, una treccia di mozzarella di Castelfranco in Miscano, il paese dei suoi genitori, dove ha tenuto diversi concerti per ricordare il padre.

“Abbiamo vissuto –ha ricordato Pappano- due anni di sofferenze e torture per la pandemia. Il settore musicale è stato quello più penalizzato. La grinta di questi giovani musicisti, che hanno resistito, continuando a fare musica, è un esempio da ammirare. Ma la cosa più importante non è che si è fatto il concerto, ma che voi siete venuti così numerosi a sentire. Non c’è niente di più bello della musica dal vivo. Possiamo stare a casa ad  ascoltare un disco, oppure per radio o televisione, ma la musica è condivisione”.

Da Castelfranco sono venuti una cinquantina di compaesani e Pappano ha voluto ringraziarli tutti, rammaricato di non poter essere quest’anno nel paese degli antenati. “Mi fa male al cuore -ha concluso il maestro- non poter essere da voi. So che siete venuti al Teatro Romano per me. Mi mancate. Dobbiamo fare qualcosa per il futuro e lo faremo. Voglio molto bene alla gente del Sannio, di Benevento, di Castelfranco, di tutti i paesi  di qui, fate parte di me ed io sono molto consapevole di questo”.



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