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Gli Amici della Terra denunciano: "Danneggiato il torrente Jenga" - Alveo sconvolto da alcuni lavori
 

lun 16-08-2021 16:35 n.65, di Giovanni Picone

Gli Amici della Terra denunciano: "Danneggiato il torrente Jenga"

Alveo sconvolto da alcuni lavori


Nella mia attività di ambientalista, come responsabile del Club Amici della Terra di Benevento, ho riscontrato che nel territorio comunale di Castelpoto, a causa degli interminabili lavori per l’adeguamento e messa in sicurezza della strada di collegamento tra la SP n.151 e una nuova viabilità con il centro del paese, è stato severamente danneggiato l’habitat fluviale del torrente Jenga,il cui alveo risulta completamente manomesso a seguito dei lavori effettuati dal Comune di Castelpoto in base ad un protocollo d’intesa sottoscritto con la Provincia di Benevento, che prevedono la realizzazione di un ponte su quel corso d'acqua. 

In quel punto hanno persino creato un imponente sbarramento fatto di materiale da cava, che impedisce del tutto il necessario e naturale deflusso minimo vitale delle acque (MDV). Un ostacolo insormontabile, realizzato oramai da diverso tempo, che ha comportato verso monte la creazione di un vero è proprio bacino lacustre, mentre verso valle ha generato un totale prosciugamento del corso d’acqua che interessa anche il tratto della confluenza con il vicino fiume Calore, dove lo Jenga ormai non scorre più (Zona tra l’altro classificata dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) come “Aree Naturali Strategiche”).

Prima di questi scriteriati lavori di costruzione, il torrente Jenga si presentava come un ecosistema lotico, cioè un habitat di acqua dolce, dove c’è una corrente costante in una direzione basata sulla gravità e che ha molti effetti sugli organismi che vivono all’interno dei corsi d’acqua, mentre allo stato attuale è ridotto a uno stagno putrido, con una enorme proliferazione di alghe accentuate dalle elevate temperature di questo periodo, e con una condizione di anossia delle acque e l’inevitabile moria di pesci ed organismi acquatici. Chi risponderà di questi ingenti danni arrecati al nostro patrimonio naturalistico?

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