Tutti gli inganni e le trappole non potranno fermare l’amore sbocciato tra Clodina e Alberto. Le pretendenti del barone beneventano le proveranno tutte per spezzare il sogno, ma non ci riusciranno. La trama de “Il Noce di Benevento”, opera buffa andata in scena al Teatro Romano, nell’ambito della Rassegna “Città Spettacolo”, si dipana tra giochi, malizie, superstizioni, rinnovellando la leggenda delle streghe, simbolo di ribellione, quasi femminista, e al tempo stesso di atmosfere magiche e misteriche del capoluogo sannita.
La “commedia” musicale risale al 1837 ed è stata scritta da Giuseppe Balducci, musicista napoletano che visse ai tempi di Gaetano Donizetti, su ispirazione della nobile famiglia dei Capece Minutolo, che avevano tante figlie da sposare, che aspiravano ad un matrimonio di alto livello. Il desiderio di tutte è quello di diventare baronessa. Ma Clodina e Alberto sono innamorati e stanno per convolare a nozze. Sul barone hanno puntato gli occhi anche le vicine di casa, Giulia e Lauretta, che vivono con la zia Margherita.
Un giorno accade che Geltrude, madre di Clodina, sogna Alberto che tradisce la figlia. Per questo immagina un futuro tormentato dopo il matrimonio. Per capire meglio l’avvenire pensa di interpellare le streghe di Benevento, in particolare Calpurnia. Chiede perciò alle vicine di accompagnarla di notte nell’antro stregato. Qui, travestite per l’occasione, ci sono, però, le altre due spasimanti, che annunciano sventure e disgrazie per i promessi sposi. Ma la verità viene subito a galla. La finzione viene scoperta. Lauretta confessa il marchingegno fraudolento ed Alberto può riabbracciare Clodina, tra canti, balli e nuove promesse d’amore.
La ricostruzione dell’operetta è agile e snella, la scenografia molto scarna, ma al tempo stesso efficace. Le due impalcature ai lati del palcoscenico consentono agli interpreti di muoversi con scioltezza, di salire e scendere come su una giostra. I dialoghi sono coloriti dai passi dei ballerini, che danno vita ad un’autentica danza delle streghe, curata dalla coreografa Saveria Cotroneo. La regia di Renato Giordano è briosa e accattivante. La versione portata in scena a Benevento è quella integrale e per questo si tratta di una prima nazionale. Così completa è stata rappresentata solo a San Paolo del Brasile.
Le voci dei cantanti hanno dato forza e vivacità ai personaggi, con piglio e freschezza. Il pubblico, che ha riempito il Teatro Romano, ha applaudito convinto Michela Rago (Geltrude),Margherita Pugliese (Clodina),Nicola Pisaniello (Alberto), Angela Bonfitto (Margherita),Deborah Colangelo (Glulia) e Clementina Regina (Lauretta).Gagliardi e tonici i pianisti Floriana Alberico, Tetyana Sapeshko e Franco Capozzi. I costumi portano la firma di Pompeo Fioretti e la consulenza filologica è di Ferdinando Creta. Superba la direzione del maestro Leonardo Quadrini. Un tocco magico l’hanno dato anche le otto coriste vestite di nero.
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