Benvenuti a Mastellandia, dove il mondo è vario, pieno di giocolieri, trapezisti, saltimbanchi, dove ci sono ancora un re ed una regina da osannare, perché il tempo è immobile e sembra di vivere in una favola. Benvenuti nel regno dell’intramontabile Clemente Mastella, sindaco di Benevento, che, partito dal paesino di Ceppaloni, ha condizionato per anni la politica italiana, col suo movimentismo sfolgorante, con la sua svolazzante etica del viandante, per passare allegramente da una sponda di destra a quella di sinistra.
“Rivendico qui -ha detto in Piazza Roma, aprendo la campagna elettorale- l’orgoglio di un sannita di un piccolo centro, che ha messo in scacco per ben 12 anni il quadro politico nazionale. Col mio piccolo partito mi sono attrezzato tra i grandi partiti, giocando come con la palla ovale. Ormai sto nella storia d’Italia. Posso parlare direttamente con Draghi. Con la città di Benevento ho avuto un rapporto un po’ sghembo e un po’ sbilenco. Per questo nell’ultimo miglio della mia vita vorrei farmi perdonare qualcosa. Così quando arriverò nell’aldilà starò più tranquillo. Ma mi ricandido anche per una motivazione egoistica”.
Sotto il palco la claque inneggiante delle dieci liste che lo accompagnano per le prossime amministrative. I 300 candidati alzano cartelli col suo volto e applaudono, guidati dalla regia accorta e spigliata della consorte, senatrice Alessandrina Lonardo. Il comizio si trasforma in uno show. Il primo cittadino punta sul sentimentalismo. Mira ad accreditarsi come un figlio del popolo. Cercando di far dimenticare la sua lunga cavalcata tra i ranghi della “casta” ,fin dal lontano 1976, quando giovanissimo approdò a Montecitorio.
Dice di aver trovato una città buia e spenta. Per questo ha illuminato i monumenti. Presenta come grande risultato l’aver portato i numeri civici in alcune contrade. “C’era insomma un disastro generalizzato –continua- teatri chiusi, Malies e Spina verde inaugurate senza collaudi. Ribadisco che prima Benevento era un paesone e con me è diventata città. Nessuno farà cose come noi”. Getta fango su quelli di prima, ma gli ex assessori Raffaele Del Vecchio e Cosimo Lepore, oggi suoi alleati, stanno ad ascoltarlo, zitti senza reagire. Una strigliata amichevole gli arriva da Roberto Costanzo. “Mastella faccia errata corrige -consiglia l’ex europarlamentare della Democrazia Cristiana- Benevento non è mai stato un paesone, lo dice la storia antica e recente. La sua è stata una distrazione da campagna elettorale”. Il dialogo non è il suo forte. Non riconosce quelli del Comitato Centro Storico, che pongono problemi di regolamentazione della movida. “E’ un problema di tutte le città -sbotta- cosa posso farci?”. Nel corso di una conferenza stampa fa una tirata d’orecchi al giornalista de “Il Mattino”, Paolo Bocchino, reo forse di aver dato troppo spazio al presidente Luigi Marino, che ribatte: “Per il sindaco non esistiamo, mira a delegittimarci. Perché tanto astio nei riguardi del Comitato e di chi lo rappresenta? Quando non si hanno argomenti si offende”. “Un sindaco deve ricercare una soluzione -aggiunge Luigi Diego Perifano, candidato del centrosinistra- non può fare come Ponzio Pilato, lavandosene le mani”.
Il suo rimbrotto prende di mira i promotori di un comitato ambientalista nato per la difesa dei pini al Viale Atlantici, Ambner De Japinis e Carmine De Gennaro. “Vedo che qualche piccolo, modesto ex imprenditore –incalza- ed qualche ingegnere che anzichè di occuparsi in passato di case che non dovevano essere collaudate, sono diventati cultori della materia estetica, messi lì come in una garitta”. Per gli ambientalisti, comunque,il risultato raggiunto è importante. La magistratura ha stabilito che solo 24 pini possono essere tagliati, rispetto ai circa 350 programmati, e la sovrintendenza ha prescritto che devono essere sostituiti con alberi di "ragguardaveli dimensioni e della stessa essenza".
Come stanno le cose sul Parco Archeologico di Cellarulo? Quando sarà riaperto? Il sindaco riesce a dire solo che i lavori proseguono tranquillamente. Poi annuncia che sarà realizzato il depuratore tanto atteso e completerà tutte le opere avviate dalla precedenti amministrazioni. Attacca i suoi competitori, Perifano di “Alternativa per Benevento”, Angelo Moretti per Arco, Rosetta De Stasio per il centrodestra, ed anche il “cattivo” Partito Democratico di Benevento, che non lo ha voluto appoggiare, mente lui alla regione e in altre città sostiene il centrosinistra. Una spruzzata di vittimismo per arringare la piazza. Ma nelle realtà locali non funzionano le alleanze fotocopie. Qui il Pd è stato all’opposizione di Mastella per cinque anni.
Come anche il Movimento Cinque stelle, che, clamorosamente e stranamente, non ha presentato la lista, per decisione del nuovo leader Giuseppe Conte, che ha motivato la cosa con l’assenza di organizzazione sul territorio, pur avendo quattro parlamentari e due consiglieri comunali. Comunque, nelle settimane scorse i pentastellati hanno sottoscritto un documento pubblico per appoggiare il progressista Perifano. “I veri elettori del movimento -ha dichiarato la senatrice Danila De Lucia a Ntr24- sanno per chi votare”.
Tra i suoi supporter di oggi, però, non mancano alcuni esponenti di primo piano della sinistra beneventana, che hanno preferito lo schema delle regionali allestito da Vincenzo De Luca ed hanno confezionato una lista per la sua riconferma. Tra questi Del Vecchio, Lepore e Francesco De Pierro. II primo fu il candidato sindaco del centrosinistra, sconfitto proprio da Mastella cinque anni. Vederlo seduto in prima fila in Piazza Roma ad acclamare il suo rivale di un tempo ha destato in tanti grande stupore e delusione.
Sui social non si contano i commenti graffianti. “Raffaele ti giuro -scrive Antonio Furno, dirigente del Pd locale- nella foto con i cartelli per Mastella mi hai fatto troppo pena. Tutto è perdonato, ti prego torna. Non cela faccio a vederti così”. “Il padre -aggiunge Maria Grazia Nazzaro- si starà rivoltando nella tomba”. Per De Pierro “la politica è evoluzione”, mentre Del Vecchio è convinto di far parte di un nuovo centrosinistra, noncurante della presenza di Forza Italia nella compagine mastelliana. “La verità -commentano in città- è che i dissidenti deluchiani hanno scambiato le elezioni comunali per il congresso del partito”.
Il cambio di visione è davvero “meraviglioso”. Rileggiamo per un attimo quello che diceva Del Vecchio su Mastella. “Sta al potere da quarant’anni -affermò cinque anni fa- senza aver prodotto nulla per il Sannio. Gli interessi del partito si sono intrecciati con le aspirazioni della famiglia. Io punto su qualità e merito, valori che nel mondo mastelliano non hanno mai trovato cittadinanza. Alle mie proposte ha contrapposto il nulla assoluto ed è totalmente inadeguato a fare il sindaco. Mandiamo a casa Mastella e il mastellismo”.
A dargli man forte ci pensava anche il capogruppo Pd, De Pierro, oggi in campo con “Essere Democratici” per Mastella. “Il sindaco è in preda all’onnipotenza -sosteneva- non entra mai nel merito delle questioni. Sul presunto dissesto distribuisce numeri a caso”. Ma la folgorazione sulla strada di Ceppaloni ha colto anche Angelo De Marco, candidato nel 2018 alla camera con “Liberi e Uguali”, ed oggi si rimbocca le maniche per la riconferma del leader ceppalonese a sindaco. “Siamo una forza politica -proclamava tre anni fa- che chiede una netta discontinuità rispetto alle politiche clientelari, padronali e familistiche, che da decenni caratterizzano la politica nel Sannio”. Sulla sua scia anche Antonio Medici, candidato sindaco di Ora nel 2011, creata per rompere gli schemi, ed oggi in soccorso di Mastella con la lista “Sannio libero”.
Tra i più clamorosi casi di voltagabbana, improvvisamente attratti dal verbo mastelliano, spiccano quelli di Luigi Scarinzi, Alfredo Martignetti, Marcello Palladino, Loredana Iannelli, tutti candidati nel Pd cinque anni fa. Suscita meraviglia l’accasamento in pianta stabile tra i mastelliani della docente universitaria Rossella Del Prete, moglie di un sindacalista della Cgil. Dal centrosinistra alla corte di Mastella sono trasvolati, tra gli altri, anche Umberto Panunzio e Rosario Guerra. Anche nel campo del centrodestra non mancano giravolte mirabolanti. Tra gli affascinati dalla sirena mastelliana, tra avvicinamenti e abbandoni, troviamo i forzisti Anna Rita Russo e Antonio Reale, che, pur spodestato come assessore, è tornato al punto di partenza.
Nel rocambolesco turbillon dei cinque anni trascorsi una folta pattuglia di consiglieri comunali ha lasciato i lidi mastelliani. Tra i nomi più noti ci sono Delia Delli Carri, Luca Paglia, Antonio Puzio, Vincenzo Russi, Anna Orlando, Domenico Franzese, Adriano Reale, Angela Russo, che sono sbarcati nello schieramento di centrosinistra, capeggiato da Perifano, che si avvale di cinque liste, che vanno dal Pd ai civici. Un ex assessore della prima giunta Mastella, Patrizia Maio, si è spostata invece nella coalizione Arco di Moretti.
Un ritmo frenetico ha contrassegnato anche la carriera politica di Angelo Feleppa, cominciata con Del Vecchio in una lista civica. Dopo pochi mesi, il consigliere comunale finì nelle braccia di Mastella, perché evidentemente non sopportava di stare all’opposizione. Per le regionali si avvicina ad Alleanza di Centro di Francesco Pionati ed oggi gioca per Mastella sindaco. Questo il suo giudizio sull’amministrazione uscente: “Benevento è una città ferma, senza un motore propulsivo, si registra un fallimento in tutti i campi. La gestione è approssimativa. Non possiamo continuare a dare consenso a chi da decenni è accomodato sulle più diverse poltrone. Il Sannio deve liberarsi delle zavorre, di personaggi che saltano indifferentemente e con abilità olimpionica da destra a sinistra per personalissime convenienze politiche”.
Nell’aprile scorso fu duro anche il giudizio di Leonardo Ciccopiedi, segretario organizzativo di Forza Italia, oggi riappacificatosi con Mastella. “Abbiamo un’occasione unica -scriveva- il centrodestra è maggioranza nel sentimento dei cittadini. Costruiamo una coalizione competitiva col centrosinistra. Perché il sindaco ormai è già stato squalificato dalla città”. Poi, per incanto, tutto si dimentica, tutto si evolve. E il re Mastella spera di poter continuare a regnare indisturbato col suo partitino personale, familiare, territoriale.
“Mastella naviga tra sogno e la fantasia -conclude Perifano- sogna di vincere al primo turno e con la fantasia crede di aver risolto i problemi della città. Ma la realtà lo smentisce. Per il depuratore ha impiegato cinque anni solo per individuare il sito, il Teatro Comunale è ancora chiuso, la Galleria Malies di Piazza Commestibili sta nel degrado come nel 2016 e il nodo del Palazzo di fronte al Duomo resta irrisolto. Di questo dovremmo parlare, di come creare il lavoro per i giovani, dei progetti per intercettare i fondi europei. Ma sfugge al confronto. Mancando di rispetto, non a me e agli altri candidati, ma ai beneventani”
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