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Provenzano: "Il Pd è uno e sta con Perifano. Basta col trasformismo" - Attacco a Mastella e alle vecchie classi dirigenti meridionali
 

gio 23-09-2021 09:22 n.92, a.e.

Provenzano: "Il Pd è uno e sta con Perifano. Basta col trasformismo"

Attacco a Mastella e alle vecchie classi dirigenti meridionali


“Il Partito Democratico è uno da Roma a Benevento ed è qui  con le sue battaglie ed il suo simbolo, che non si nasconde, non si camuffa dietro espressioni civiche. Quando si compie una scelta democratica, va rispettata. Con le elezioni si fa una scelta di campo. Da una parte c’è la destra e dall’altra ci siamo noi e lo schieramento progressista. In mezzo non c’è niente. In Italia c’è qualcuno che continua a coltivare l’illusione che non esistono più la destra e la sinistra. Non è vero. Lo abbiamo visto anche con la gestione dell’emergenza sanitaria. In mezzo c’è solo l’eterno ritorno del trasformismo italiano e meridionale, un porto delle nebbie per eserciti di persone in cerca d’autore o in cerca di un posto nel consiglio comunale”.

Con queste parole ferme e chiare, Giuseppe Provenzano, vicesegretario nazionale del Pd, ha ribadito la linea del partito, rinvigorendo il sostegno a Luigi Diego Perifano, candidato sindaco di “Alternativa per Benevento”. L’ex ministro del Sud  è venuto a spronare  candidati e  dirigenti, una comunità politica, perché  queste elezioni ammnistrative hanno un valore nazionale e proprio dal sud può partire una spinta per cambiare il clima politico del paese. Per questo non ci possono essere titubanze o scorciatoie.

“La scelta -ha osservato Provenzano- non riguarda solo gli ideali, le bandiere, che pure sono importanti, ma il progetto di futuro che si mette in campo , per il bene delle nostre comunità, che devono uscire dalla pandemia con più diritti e più giustizia sociale. Si sceglie tra gli interessi collettivi e quelli particolari. Fuori da questo schema c’è solo lo spazio per avventure personalistiche. Benevento e il Mezzogiorno non hanno bisogno di questo, ma di idee e competenze, che sappiano cogliere le opportunità offerte dal Next Generation Eu, ed utilizzare bene le risorse del Pnrr per creare servizi, asili nido, nuovo lavoro, per l‘inclusione sociale, per la non autosufficienza, per la transizione ecologica, il riassetto del territorio, la sostenibilità. Un’occasione storica che il sud non può sprecare”.

Prima dell’ex ministro sono intervenuti Antonella Pepe, coordinatrice della segreteria provinciale, e  Perifano, che ha espresso le sue preoccupazioni sui ritardi e le lentezze della macchina amministrativa del comune di Benevento e sul rischio di rimanere fuori dalle grandi progettualità. “Sono cinque anni che non abbiamo una programmazione -ha detto il candidato sindaco- che non abbiamo una visione, né un’idea di Benevento capitale della provincia. La strategia nazionale per le aree interne riguarda per ora l’Area del Tammaro-Titerno. Il ruolo del capoluogo è marginale. All’ufficio tecnico del comune c’è un solo funzionario addetto al monitoraggio e alla progettazione dei fondi europei".

L’analisi di Provenzano si è concentrata sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e sulle risposte da dare soprattutto ai giovani e alle donne.Quando ha parlato di "trasformismo di ritorno" e di "avventure personalistiche", il riferimento a Clemente Mastella è apparso evidente, anche se non lo ha mai nominato. Ma quelle parole erano rivolte anche ai dissidenti dem. “Le nuove generazioni -ha sottolineato- sono andate via non solo per mancanza di lavoro, ma anche perché sono stanche dell’anticamera, del modo di fare politica, perché non vedono un disegno di futuro. Il Piano parla e guarda al Sud, ai suoi giovani, alle sue donne, ma  guarda ad un mezzogiorno che deve cambiare".

"Non basteranno -ha continuato l'ex ministro- tante risorse, se non ci sarà un ricambio della classe politica.Non solo generazionale. I soldi non arrivano come un assegno in bianco staccato ai territori, mandato ad un presidente di regione o di provincia, a un sindaco o a un notabile locale. Quelle risorse arrivano se tu sei in grado di mettere in campo un programma per il tuo territorio e qui il Mezzogiorno deve essere protagonista".

Per Provenzano è tempo di cambiare mentalità e strada. Da qui una dura critica al clientelismo e al favoritirmo. Dietro le parole sferzanti è aleggiata di nuovo la figura di Mastella. "Il successo di quel Piano -ha affermato- dipenderà non dalle quote assegnate al sud, sempre poche, perchè per colmare quel divario e la lunga disattenzione della politica nazionale e di quelle classi dirigenti che andavano a Roma a occuparsi del piccolo problema, dell'amico da piazzare, ma da un disegno collettivo. Perchè per ogni bisogno individuale che riesci a risolvere, ne stai moltiplicando altri cento, di tanti altri, ai quali, anche se hanno il tuo numero di telefono, una risposta non sei in grado di darla".

La strigliata di Provenzano alla classe dirigente meridionale tocca anche il ruolo dei sindaci. E anche qui non è mancata una stilettata a Mastella. “Un sindaco che fa il suo lavoro -ha stigmatizzato- non è quello che si mette la fascia tricolore per andare ad inaugurare magari un’opera pubblica finanziata dieci anni fa, non è quello che si mette la fascia tricolore per andare a Roma in Transatlantico a riprendersi un posto che invece ha perduto nella politica del nostro paese. Non abbiamo bisogno di questo. Servono professionalità, il rigore, la serietà, lo studio"

"Abbiamo la possibilità -ha concluso Provenzano- di far partire un vento nuovo che ci dia la spinta giusta verso le elezioni politiche del 2023. La vostra battaglia è un pezzo fondamentale di quella nazionale, per provare a cambiare clima politico in questo paese. Sono giorni decisivi, non ci sono sondaggi, si parte dal progetto per la città, per parlare con le persone, guardarle negli occhi e chiedere loro: “Ma tu sei contento di quello che c’è stato fin qui? O vuoi dare un’opportunità diversa ai tuoi figli, ai tuoi nipoti? La nostra non è la sfida di un singolo, non è l’ennesima avventura personalistica, ma la  battaglia di una comunità”.

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