La scelta per le comunali, la pandemia, le risorse, la lotta alle disuguaglianze, il futuro del mezzogiorno. Lungo queste traiettorie si è mosso il ministro del lavoro, Andrea Orlando, venuto a Benevento per incoraggiare la corsa di Luigi Diego Perifano, candidato del centrosinistra. “Sono qui –ha esordito- perché, essendo un dirigente del Partito Democratico, sostengo i candidati del mio partito. A Perifano, poi, mi lega un rapporto che viene da lontano, apprezzo il programma messo in campo e la volontà di rinnovamento”.
L’intervento di Orlando ha toccato i temi economici, la sicurezza sul lavoro, l’utilizzo delle risorse in arrivo dall’Europa. “La pandemia -ha sottolineato- ha cambiato l’agenda della vita delle persone. Abbiamo provato la paura vera e verificato l’importanza della sanità e della scuola pubbliche. I soldi stanziati non sono stati vinti ad una lotteria. Vanno spesi bene ed orientati. Non servono per costruire ponti, strade o fontane. Vinceranno i territori con le idee e i progetti, sulla transizione ecologica e la sostenibilità”.
Il motto che circola dopo la pandemia è “niente sarà come prima”, ma molto dipenderà anche dai rapporti di forza che scaturiranno dalle amministrative di ottobre. “Per riorientare lo sviluppo -ha detto Orlando- c’è bisogno di una classe dirigente con una qualità superiore a quella necessaria in una fase ordinaria. Non ho mai partecipato a campagne di rottamazione. Ma non è questa la stagione di una politica “notabilare”. Le relazioni sono importanti, ma senza idee ed una squadra non servono a niente”. Qui il riferimento a Mastella è apparso non molto velato. “Se non si cambia adesso -ha continuato- quando si deve cambiare?”.
Prima di Orlando, sono intervenuti Sara Pannella per i Giovani Democratici e Perifano, che ha illustrato alcuni punti del suo programma per una “Benevento a colori”. “Prima di tutto -ha proposto il candidato sindaco- istituirò l’assessorato al lavoro. Poi penso ad un ITS per l’agroalimentare e ad uno “Spazio Giovani” da ubicare nel Rione Libertà. Il sindaco uscente si autocelebra ogni giorno con le più svariate e fantasiose inaugurazioni, dai cartelli stradali alle fontane, pensando che siamo deficienti o che abbiamo l’anello al naso, si vanta spesso della sua notorietà, ma le sue famose amicizie non hanno portato lavoro per i giovani. Come diceva Umberto Eco, non basta la notorietà, se non è accompagnata da una buona reputazione”.
Il ministro ha rilanciato la necessità del protagonismo dei territori, di far emergere “un altro mezzogiorno, che rompa gli stereotipi”. A partire dal rinnovamento dei soggetti istituzionali. “Un sindaco -ha evidenziato-non è solo una persona che amministra, ma anche uno che promuove energie, che è in grado di generare processi e di costruire classe dirigente, perché alla fine se esci sempre tu su tutte le ruote, sarai anche bravo e abile, ma non hai fatto crescere nessuno intorno a te. Nessuna persona da sola risolve tutti i problemi. Per questo abbiamo cercato di costruire una coalizione di centrosinistra e progressista. Con la vittoria di Gaetano Manfredi a Napoli e di Luigi Perifano a Benevento possiamo aprire una pagina nuova nel Mezzogiorno”.
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