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L'ultima sfida di Mastella tra lillipuziani e schede frastagliate - Mentre Perifano e Moretti siglano l'intesa: "Uniti per la vittoria"
 

ven 08-10-2021 09:41 n.96, di Antonio Esposito

L'ultima sfida di Mastella tra lillipuziani e schede frastagliate

Mentre Perifano e Moretti siglano l'intesa: "Uniti per la vittoria"


Il sindaco Mastella come Gulliver alle prese con i lillipuziani. Dopo la vittoria sfiorata per un soffio, teme il ballottaggio. Sogna il progetto di una nuova Margherita, per tornare in gioco. “Sono l’unico politico nazionale di centro andato al ballottaggio -gongola nella conferenza post voto- l’unico ad affrontare la sfida elettorale senza partiti. Mi stanno chiamando  da tutta Italia. C’è bisogno di centro. L’ha detto anche Renzi. A Roma ho detto ai miei di votare Calenda. Siamo  primi a Brusciano, in provincia di Napoli. La maggioranza a Benevento è già mia. Se vince Perifano, sarà un sindaco asfittico. Non sarò come il castoro gramsciano, che, per non farsi catturare, si strappò le parti basse. Facciamo in modo che non tornino quelli di prima”.

Il traguardo non colto al primo turno ha creato scompiglio nelle file mastelliane, già pronte a festeggiare. L’esercito dei trecento candidati e delle dieci liste non è bastato, per il voto disgiunto. Il sindaco ha preso quasi duemila voti in meno rispetto alla sua coalizione. Ma Mastella continua a considerare la battaglia politica dei suoi avversari dettata da “odio ed invidia” nei suoi confronti. “Non ho mai visto tanta malvagità contro di me- va ripetendo da giorni- hanno messo su una sorta di Comitato di Liberazione Nazionale. Ho visto tante schede frastagliate. Una signora, che era candidata con me, mi ha raccontato che nel seggio non si sono trovati i voti delle figlie. C’è qualcosa di particolare in giro che ci lascia perplessi. Vorrebbero fare come i lillipuziani con Gulliver, tenermi a freno, ma io combatterò, l’ho promesso alla mia nipotina”.

Lo smarrimento si tocca con mano. Parte un disperato appello alla mobilitazione. “Ho bisogno di ognuno di voi –scrive su facebook- di quel soffio che ci permetta di continuare a scrivere insieme le pagine della storia della nostra città”. Per la prima volta affiora la paura di perdere la partita  finale con Luigi Diego Perifano, candidato del centrosinistra. “Ha raccontato per mesi che avrebbe vinto al primo turno -sottolinea lo sfidante- ma ora gli sta venendo a mancare il terreno sotto i piedi. Ha scatenato contro di me una serie di attacchi personali, sulla mia famiglia e sulla mia attività professionale. Scappa dal confronto. Ma la città ha sopportato per troppo tempo una cappa di clientelismo e di immobilismo ammnistrativo. Possiamo voltare pagina”.

Il risvolto paradossale è che tra “quelli di prima”, che Mastella non vorrebbe far tornare, molti sono approdati nel suo variopinto schieramento. Basti pensare a Raffaele Del Vecchio, Luigi Scarinzi, Cosimo Lepore, Umberto Panunzio e tanti altri, rappresentanti di spicco delle precedenti amministrazioni, accusate dal sindaco uscente di tutti i mali ed i disastri subiti dalla città. “Quindi -commentano in città- se votiamo Mastella, potrebbero tornare davvero quelli di prima”. Col rischio di una frantumazione della maggioranza in tanti piccoli gruppi consiliari, come è successo negli ultimi caotici cinque anni.

“Si verificherebbe –rileva Antonella Pepe, dirigente Pd- l’ennesima balcanizzazione del consiglio comunale già vista con il cambio di 19 assessori e la ricerca spasmodica di voti, raccattati  qua e là, per mantenersi a galla. Per questo la governabilità non è legata alla fedeltà dei consiglieri, ma alla qualità delle proposte e della buona amministrazione”. Il cammino della giunta Mastella, del resto, è stato talmente travagliato che  il sindaco minacciò di dimettersi prima dell’arrivo della pandemia. Poi improvvisamente tutto rientrò.

Una procellosa navigazione che si è ripercossa sul verdetto elettorale del primo turno, con la sconfitta clamorosa di alcuni nomi eccellenti. Tra i banchi di Palazzo Mosti, non siederanno diversi suoi fedelissimi, tra cui l’ex presidente del consiglio comunale, Luigi De Minico, i consiglieri Nanni Russo, Giuliana Saginario, Mila Lombardi, Annalisa Tomaciello, Vincenzo Lauro, Patrizia Callaro, Oberdan Picucci e Angelo Feleppa. Lo smacco più eclatante ha colpito  Rossella Del Prete e  Raffaele Romano, rispettivamente assessori all’istruzione e all’urbanistica, che hanno racimolato appena 42 e 57 voti, pur gestendo settori importanti.

Non conquistano il seggio neanche Alfredo Martignetti e Maria Carmela Mignone, delegati al commercio e all’innovazione. Non ce la fanno la figlia del comandante dei vigili urbani, Silvia Bosco, nonostante l’impegno profuso dal padre con appelli accorati agli amici via facebook, il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Giacomo Pucillo, e quello della  Pro Loco, Giuseppe Petito, che supera di poco i cento voti.

Lo sbarco nello squadrone mastelliano non ha portato fortuna a Forza Italia, trasformatasi per l’occasione in Forza Benevento. Gli azzurri escono a mani vuote. Non viene eletto neanche il capolista Antonio Reale, che per tanti anni era stato assessore, come torna a casa Anna Rita Russo, ex consigliera comunale, con grandi ambizioni e già delusa dalla corsa per le regionali dell’anno scorso. L’innesto di esponenti leghisti, come Christian Tranfa, non riesce a fermare il  tracollo dei berlusconiani. Un apporto che, insieme a quello dei dissidenti Dem, Italia Viva, socialisti, democristiani, vice presidente regionale, ha dato alla coalizione mastelliana l’immagine di un’armata Brancaleone. Sempre altalenante tra centrodestra e centrosinistra.

Col ballottaggio si gioca un’altra partita. Il candidato del centrosinistra e quello di Civico 22, Angelo Moretti, hanno siglato un’intesa su dieci punti programmatici, che ha fatto infuriare Mastella, che l'ha definita "incesto". “La maggioranza della città -fa notare Perifano- si è espressa per il cambiamento. La strada è stata tracciata dagli elettori. Mi rivolgo a tutti i cittadini. Queste sono elezioni amministrative. Il mio competitor parla di campagna acquisti nel suo campo. Se c’è un solo candidato mastelliano che può dichiarare di aver ricevuto da parte mia un invito al voto in cambio di un assessorato o di altre utilità, sono pronto a sospendere la campagna elettorale e a ritirarmi dalla competizione. Mi aspetto la stessa dichiarazione dal sindaco uscente”.

Il consenso ricevuto da Mastella è stato massiccio soprattutto nelle contrade e nei rioni popolari. Non a caso la più votata è stata Carmen Coppola, assessore al personale, alle politiche giovanili, al volontariato e ai quartieri. Nel 2016, la città si affidò al noto politico sperando in un vero rilancio, che non è arrivato, perché Benevento continua ad occupare gli ultimi posti nelle varie classifiche sul benessere, l’ambiente e la qualità della vita. “Il sindaco è animato anche da buona volontà – dicono alcune persone davanti ad un bar di Via Napoli- ma sono mancate idee nuove e progetti lungimiranti. Le inaugurazioni fatte hanno riguardato opere ideate, finanziate e appaltate dalle precedenti amministrazioni. Ci aspettavamo molto di più”.

“Volevano realizzare -rileva l’ingegner Salvatore Zotti- un mastodontico palazzo nell’area del Terminal Bus, che per fortuna è stato bloccato dalla protesta degli ambientalisti. Ora tutto è fermo col rischio di perdere i finanziamenti destinati alle periferie. Stessa sorte per l’ex Palazzo Inps, abbattuto per fare spazio ad un Centro Commerciale”. “Non siamo contro la persona -evidenzia Moretti, artefice di un nuovo soggetto politico- ma contro un metodo, contro lo strapotere mastelliano, l’ossessivo controllo del territorio. Nei giorni delle elezioni abbiamo visto assessori seduti in permanenza fuori dai seggi. Avvertiamo l’urgenza di liberare la città da questo sistema. Non potevamo stare a guardare. Ci sono tante opere incompiute e da rigenerare, tante “città sospese”. Ci vuole un piano di manutenzione e del verde, un vero Green New Deal”.

La volata verso il ballottaggio è cominciata. Con la vittoria di Perifano entrerebbero più donne in consiglio comunale. Le elezioni hanno confermato il Pd come pilastro portante della coalizione di centrosinistra e sancito la disfatta della destra. Lo slogan di “Alternativa” è “Benevento a colori”. Il popolo che vuole la svolta ci crede. “La tela è stata preparata -scrive Agostino Cumbo su facebook- il disegno pure, ”ora” bisogna mettere i “colori”. “Davanti a noi -conclude Perifano- c’è una porta spalancata, una strada lunga, ma larga. Dobbiamo triplicare il lavoro già fatto fin qui. C’è un’occasione storica da cogliere”.



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