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L'ultimo messaggio del partigiano Caramba: "Mai pił guerre" - Addio ad un sannita protagonista della Resistenza e della Liberazione
 

ven 15-10-2021 16:49 n.99, a.e.

L'ultimo messaggio del partigiano Caramba: "Mai pił guerre"

Addio ad un sannita protagonista della Resistenza e della Liberazione


Il corteo per la Festa della Liberazione sale lungo Corso Garibaldi, mentre la banda suona “Bella Ciao”. Una sfilata gioiosa aperta per tanti anni dagli ultimi partigiani sanniti, Alfredo Festa e Giuseppe Crocco, seguiti dai gonfaloni dei comuni, dalle bandiere dei sindacati, delle associazioni ambientaliste e dell’arcipelago della sinistra. Con l’arrivo della pandemia la manifestazione non si è più svolta. Ma quelle immagini, con due protagonisti della Resistenza, resteranno come simbolo di lotta e di orgoglio del nostro territorio.

Dopo Festa, scomparso qualche anno fa,  il 13 ottobre scorso ci ha lasciato anche Crocco, nome di battaglia “Caramba”, nato a Cusano Mutri l’8 novembre 1923 e vissuto a Faicchio, paese della moglie. Nella ricorrenza annuale del 25 aprile si presentava con la sua camicia a quadri, gli occhiali un poco scuri, la giacca, la cravatta a strisce, il cappello e l’immancabile fazzoletto tricolore intorno al collo. Aveva una parola ed un sorriso per tutti, soprattutto per i giovani e gli studenti. Raccontava sereno la sua esperienza di partigiano sui monti della Liguria e nel piacentino, le ragioni di una scelta, non certo facile, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943.

“Quante notti vissute in una grotta –spiegava Caramba- quanti giorni senza cibo. Quando  arrivò la Liberazione, mi sono sentito rinascere, stentavo a crederci. Avevo il cuore colmo di gioia. Grazie ai partigiani è nata la nuova Italia”. Giuseppe Crocco aveva conseguito la quinta elementare e si era arruolato nell’Arma dei Carabinieri. Col cambio dello scenario di guerra, molti si trovarono davanti ad un bivio. Caramba non ebbe dubbi, scelse la via della lotta contro il nazifascismo. Due giorni prima del 25 aprile, con i partigiani scese dai monti per liberare Genova.

“Non dimenticheremo mai -sottolinea Amerigo Ciervo, presidente dell’Anpi provinciale- il suo impegno nella Resistenza e per la Liberazione, per la democrazia, la giustizia e la pace. Amava molto divulgare i valori e i principi della Costituzione. Da oggi saremo più soli, ma sulla scia del suo esempio e del suo ricordo andremo avanti con più forza e vigore”. Ora tanti lo ricordano con struggente commozione. Qualcuno, come Anteo Di Napoli, pensa che “sia tornato nuovamente sui monti”, immaginando che anche nell’altra vita continuerà a lottare per gli ideali della sua gioventù. Altri gli dedicano parole dolci. 

“Quando sei andato via -scrive Nicla Di Meola- avrei voluto essere lì e cantarti il canto partigiano che in un pomeriggio d’autunno scrivesti su un pezzo di carta, lo canterò al vento e so che arriverà a te, caro compagno”. La dura esperienza di guerra, la morte di tanti fratelli, le angherie patite, avevano rafforzato il suo amore per la pace. Quando tornò al suo paese continuò il suo impegno a difesa dei lavoratori e degli ultimi. “Viva la vita, viva la fratellanza. Mai più guerre”. Questo è il messaggio più bello di Caramba.

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